Il foglio sportivo
Le piccole aquile volano in Patagonia. L'iniziativa del Club alpino italiano
Da tempo il Club alpino italiano, 161 anni di storia e 330 mila soci, sta registrando un aumento esponenziale degli iscritti. Cos'è il Cai Eagle team e la "missione" in Patagonia sotto la guida di Matteo Della Bordella
Per l’alpinismo italiano il 2025 sarà un anno importante in continuità con il 2024 caratterizzato da due eventi unici: le celebrazioni per il 70esimo della conquista del K2 (31 luglio) e il varo del progetto soprannominato Cai Eagle team.
Se del primo si è letto e scritto non abbastanza (complici alcune dimenticanze istituzionali), il secondo merita invece un approfondimento.
Da tempo il Club alpino italiano, 161 anni di storia e 330 mila soci, sta registrando un aumento esponenziale degli iscritti. Tutti appassionati di montagna, ma con vocazioni più escursionistiche che alpinistiche.
Per questo motivo il Cai ha lanciato questo nuovo grande progetto per individuare i migliori giovani scalatori italiani e rinverdire una tradizione gloriosa.
È nato così il Cai Eagle team. Un’iniziativa che ha visto iscriversi quasi 250 ragazzi di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Una prima scrematura ha fatto scendere il numero a quaranta e un’ ulteriore cernita ha portato il gruppo a 15 elementi.
Sotto la guida di Matteo Della Bordella, varesino di 40 anni, uno dei migliori talenti dell’alpinismo italiano sono iniziate sei sessioni estive di scalate sulle Alpi (dalla Grigna al Monte Bianco passando per la Marmolada, la Val di Mello, la valle dell’Orco, Kandersteg) per un totale di quarantadue giorni in alta quota. Le lezioni hanno evidenziato una crescita di questi giovani sul piano tecnico, personale, dello spirito di gruppo. Alla fine del percorso è stato difficile selezionare solo sei candidati creando una sorta di “nazionale italiana” dell’alpinismo. Per i “migliori tra i migliori” il premio di andare a scalare in Patagonia a febbraio con lo stesso Della Bordella, uno dei più grandi esperti mondiali di quelle pareti iconiche che rispondono ai nomi di Cerro Torre, Fitz Roy, Torre Egger.
“I ragazzi affronteranno un’esperienza unica, su quelle che considero le montagne più belle del mondo. Con questa spedizione si sale di livello” spiega il capoprogetto.
Secondo il presidente del Cai Antonio Montani: ”Il progetto Cai Eagle team incarna perfettamente i valori fondanti del Club Alpino Italiano come la trasmissione delle competenze tecniche dell’alpinismo, il rispetto per l’ambiente, lo spirito di avventura. Sono orgoglioso di questi ragazzi” aggiunge Montani “che testimoniano quanta passione c’è tra i giovani per una montagna da vivere con consapevolezza e rispetto”.
Tra i sei prescelti per la spedizione anche due ragazze: Alessandra Prato (milanese, 1995) e Camilla Reggio (torinese, 1996) con loro anche Marco Cordin (trentino, 2000) Luca Ducoli (bresciano, 2001); Giacomo Meliffi (pesarese, 1996), Dario Eynard (bergamasco, 2000).
Partenza per l’Argentina il 30 gennaio. Ad attenderli a El Chalten, ultimo luogo abitato prima delle vette da scalare, ci sarà proprio Matteo della Bordella. La spedizione durerà un mese con rientro previsto per il 2 marzo a Milano.
Sull’operatività alpinistica in Patagonia c’è un giusto riserbo. A quelle latitudini troppe le incognite a partire dall’instabilità del meteo dovuta ai terribili venti polari. Il sogno è quello di tentare la ripetizione di vie di prestigio oppure di aprirne di nuove, senza precludersi nulla.
La domanda sul perché il Cai abbia scelto le Ande patagoniche per questo “esame di laurea” ha una duplice risposta. Con poco tempo a disposizione le montagne del sud dell’Argentina non necessitano di acclimatamento in quota come invece necessario nella regione himalayana, poi perché (come il K2) anche il Cerro Torre e altre vette della zona parlano “italiano”. Lo dimostra la storia dell’alpinismo a quelle latitudini che celebra i nomi di Cesare Maestri, Walter Bonatti, Carlo Mauri, Ermanno Salvaterra e non ultimo Matteo della Bordella. Nel suo palmares decine di ascese sul granito patagonico e anche per ben due volte la conquista del Torre. A diciotto mesi dal varo del progetto gli aquilotti del CAI Eagle Team sono pronti a spiccare il volo sulle Ande e conquistarsi un posto al sole tra gli scalatori professionisti italiani.
Buena suerte ragazzi.