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Il Foglio sportivo

Istruzioni per l'uso di una follia da record chiamata Kings League

Pierfrancesco Catucci

Tra calcio, videogame e giochi di ruolo. Il campionato fondato dall'ex capitano del Barcellona Piqué e dello streamer Llbanos sbarca in Italia, ma sui social ha già registrato 100 milioni di spettatori totali. Meglio non sottovalutare

Non è calcio per come lo conosciamo. E nemmeno un videogame. Anzi, è un po’ calcio e un po’ videogame. E un po’ anche gioco di ruolo. E sui social macina numeri da capogiro. La Kings League fondata dall’ex capitano del Barcellona Gerard Piqué e dallo streamer spagnolo Ibai Llanos sbarca in Italia e lunedì batterà il calcio d’inizio – che non ha nulla a che vedere con il calcio d’inizio a cui siamo tutti abituati – nella Fonzies Arena costruita in un paio di mesi nel centro sportivo Vismara di Milano, sede anche dei settori giovanili del Milan. Poi una settimana di pausa (perché Sanremo è Sanremo pure per la Kings League) e via di fila per altri dieci lunedì fino al 21 aprile con sei partite al giorno tra le dodici squadre partecipanti che si affronteranno in un girone all’italiana: la prima vola in semifinale, le successive sei si sfidano per gli altri tre posti nella final four di maggio.

 

                        

 

Gli streamer italiani più famosi nel ruolo di presidenti (ci sono Fedez, Er Faina, En3rix, Blur, Cisco e tanti altri), Paolo Bonolis a fare il direttore sportivo nella squadra con l’ex Inter Angelo Palombo allenatore, il figlio Davide ed Emiliano Viviano tra le wild card. E non mancano gli ex calciatori, da David Pizarro ad Alessio Cerci, da Ciccio Caputo all’ex Milan Hachim Mastour, fino agli allenatori Christian Brocchi e Dario Marcolin e a Luca Toni, co-presidente della squadra di ZW Jackson. Il presidente di Lega? Zlatan Ibrahimovic, con Claudio Marchisio responsabile del torneo. E l’ex arbitro di serie A Gianpaolo Calvarese punta di diamante dei direttori di gara.

Il fatto che si giochi con un pallone e l’obiettivo sia di fare più gol dell’avversario sono il Nord e il Sud della bussola che ha orientato le carriere anche di Ibra e Marchisio. Gli altri punti cardinali sono quelli del mondo del gaming e sono stati immaginati per attrarre un pubblico giovane, prevalentemente under 35, a giudicare dai numeri mostruosi: la Coppa del mondo andata in scena a gennaio tra Milano e Torino con finalissima all’Allianz Stadium ha fatto registrare 100 milioni di spettatori totali e un miliardo e mezzo di impression sui social media. Si gioca in sette (ma anche uno contro uno, due contro due e così via, in alcuni momenti) e ogni squadra è composta da dieci giocatori più tre wild card, tra cui ex calciatori professionisti, influencer e celebrità. Le partite durano 40 minuti, in due tempi da 20, e non esiste il pareggio: in caso di parità si procede con gli shootout, una sorta di rigori in movimento.

Fin qui tutto (quasi) normale. Provate a immaginare se un dado lanciato a due minuti dalla fine del primo e del secondo tempo possa decidere quanti giocatori debbano restare in campo o se una carta segreta pescata all’intervallo possa attribuire vantaggi strategici o penalizzazioni per gli avversari. La commistione con il mondo del gaming si sublima proprio qui. Perché ogni allenatore può utilizzare la sua carta segreta entro il 38esimo minuto di gioco. E allora può succedere che ogni rete nei quattro minuti successivi oppure la prima segnata da uno specifico giocatore a scelta valga doppio. O che un giocatore avversario (portiere escluso) debba lasciare il campo per quattro minuti, o ancora che si possa beneficiare di un rigore immediato o di uno shootout. O anche che si abbia la facoltà di rubare una carta all’avversario. O che possa calciare il “rigore del presidente”, un’ulteriore possibilità che i presidenti delle squadre possono attivare in determinati momenti dell’incontro.

Perché, a differenza del calcio tradizionale, i presidenti-streamer sono le star del torneo: trasmettono le partite in diretta sui propri canali (Sky Sport manderà in onda una partita a settimana) e mentre la squadra è in campo, loro interagiscono con la community e possono addirittura vendere merchandising o far partecipare i follower a concorsi. Tanto che anche la Lega Serie A, dopo un primo accordo tra Kings League Italy e Juventus (che affiancherà la squadra Zebras Fc di Luca Campolunghi), ha messo il proprio cappello e giovedì ha annunciato l’accordo con la lega di Piqué “in un’iniziativa – si legge nella nota ufficiale – che favorirà nuove forme di coinvolgimento tra le due realtà”. A cominciare dalla collaborazione “per sviluppare eventi, contenuti e attività con l’obiettivo di accrescere ulteriormente l’intrattenimento sportivo per i tifosi italiani”. Perché non sarà calcio come lo conosciamo, ma meglio non sottovalutare. Poi vallo a raccontare che domenica il derby si deciderà grazie a una carta segreta pescata da Conceicao e Inzaghi all’intervallo…

 

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