Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA
Poche idee e nelle mani dei procuratori. Ciao, ciaocalciomercato
Il panorama desolante in cui il calciomercato è completamente in mano ai procuratori in cui spiccano figure d'altri tempi come il direttore sportivo del Bologna Sartori, oppure quella di Pantaleo Corvino a Lecce
La fantasia è quel posto dove ci piove dentro. Non ricordo chi l’ha scritto, ma credo sia un tizio interessante, anche se a forza di piovere crescono le pozzanghere. È quello che succede durante il calciomercato, periodo invernale dove piove in pianura e nevica in montagna. E a guardare quel bianco, dove mi trovo adesso, cresce un certo struggimento, il ricordo di un passato che non c’è più. Non è per essere retrogradi, ma l’impressione è quella di assistere, oggi, a un mercato impazzito dove basta poco, magari una partita sbagliata o una vissuta in panchina, per spostare un giocatore da una parte all’altra del mondo.
Vorrei fare molti esempi ma non ci riesco, per la paura di essere smentito dagli eventi che si susseguono senza sosta. Mi limito a osservare quanto il calciomercato sia finito ormai completamente nelle mani dei procuratori, i quali indirizzano la fantasia, in certi casi secca, senz’acqua, come d’estate, dove gli pare a loro. Quella fantasia che galoppa verso territori senza confini, basta che ci sia parecchio denaro da guadagnare. Ci sono club interamente affiliati a un singolo agente, con cui si fanno affari (affari?), in nome di presunte amicizie. No, non sono amicizie, sono un sistema, un modo molto comodo di fare calcio. Non serve una struttura dirigenziale all’altezza, non servono osservatori particolarmente svegli, non servono blitz notturni o lavori di spionaggio come in un film, serve solo avere un paio di agenti vicini con cui spartire le sorti professionali di un calciatore. Se fossi un presidente mi arrabbierei parecchio di questo andazzo che porta a spendere tanti soldi senza ottenere risultati, spostando a peso d’oro mezze calzette, laddove le calzette arricchiscono soltanto chi le sposta.
In questo panorama desolante spiccano figure d’altri tempi come il direttore sportivo del Bologna Sartori, l’uomo più silenzioso del mondo. Quello che compra, ma sarebbe meglio dire fa comprare, e difficilmente sbaglia un colpo. Oppure, a Lecce, Pantaleo Corvino, il ds con tanto di portafoglio, il quale, con metodi diversi, compra e vende con l’anima orientale del mercante dentro il suq che sa di dare poco per ricevere il più possibile. Che Dorgu a trentotto milioni di euro è uno degli affari più clamorosi della storia, tanto che mi par di vederlo, Pantaleo, ridere sotto gli occhiali a forma di pasticciotto. E detto tutto questo senza rancore, pizzicato dalla stanchezza, mi ritiro sopra un monte da dove guardo tutti come formiche. Ognuna sta portando qualcosa dentro casa, piccole briciole probabilmente. Socchiudo gli occhi e penso al prossimo calciomercato (per me, un onore), mentre una goccia di pioggia, un po’ più in là, mi dà tormento.
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