Nicolò Zaniolo con la maglia della Nazionale durante la partita delle qualificazioni a Euro 2024 Italia - Macedonia del Nord (foto LaPresse)

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Nicolò Zaniolo è tornato a casa

Andrea Trapani

Il calciatore è tornato alla Fiorentina dove era arrivato nel 2010, ad appena 11 anni. Una maglia che però non ha mai vestito in campionato. Ora dovrà dimostrare che è diventato quel giocatore indispensabile su cui la Fiorentina non puntò nel 2016

"Tornare mi ha fatto un bellissimo effetto. Appena c'è stata la possibilità di venire qua ho detto di sì. So che qui si può fare bene e che si sta benissimo. Sono contento di rivedere i miei amici e miei ex compagni. Non vedo l'ora di iniziare, ho tantissima voglia." Queste le parole di Nicolò Zaniolo, appena ufficializzato come nuovo acquisto della Fiorentina, in un ritorno che sembra pronto per diventare una storia da raccontare, quella della rivincita, di un cerchio che si chiude, ma anche di rimpianti e occasioni mancate. Troppo facile? Probabilmente nelle sue prime dichiarazioni da giocatore viola c’è anche quel pathos degli antichi greci, ovvero inteso come sofferenza, che provoca sia emozione che commozione.

 

Firenze, andata e ritorno

Il calcio, si sa, è spesso una questione di scelte. A volte sono azzardi, altre volte sono decisioni dettate da visioni più lungimiranti. Ma anche nei casi più promettenti, le storie non sempre seguono la traiettoria che ci si aspetta. Figlio d’arte, nel 2010, ad appena 11 anni, Nicolò Zaniolo aveva iniziato a giocare per le giovanili della Fiorentina. Sei anni intensi finiti male, alle porte dell’esordio della Primavera. Ci sono racconti diversi su quei giorni in cui si ruppe un rapporto tra il ragazzo e la società all’epoca in mano ancora alla famiglia Della Valle. "Mi hanno trattato un po’ male", dichiarò anni dopo Zaniolo, in un'intervista a Sky Sport. La sua versione dei fatti era semplice e chiara: "Non mi hanno detto nulla". Non c’era spazio per lui, pare, nell’orbita viola, nonostante il suo indiscutibile talento. La versione della Fiorentina, o meglio di Pantaleo Corvino, è sempre stata diversa. L’allora direttore sportivo viola, che aveva messo gli occhi sul giocatore fin da giovanissimo, aveva infatti cercato di fargli firmare il primo contratto da professionista per poi mandarlo in prestito per accumulare esperienza. Ma nel suo racconto il padre del giovane, Igor, ex calciatore di Serie B, ebbe un ruolo determinante nel non far firmare quel contratto, preferendo lasciare libero il figlio di scegliere il proprio destino. Corvino, intervistato nel 2019, nella sua versione dei fatti, parlava di una "scelta che non dipendeva da lui" e di una cessione che avrebbe consentito al ragazzo di crescere altrove, per poi magari tornare più maturo. L’amaro retrogusto di questa separazione è rimasto come una ferita mai risarcita tra il giocatore e Firenze. Almeno fino a ieri.

 

I fantasmi del figliol prodigo

Nell’estate 2022 un altro giovane che si era lasciato male con Corvino e la Fiorentina era tornato a vestire la maglia viola. Ancora non c’era quel Viola Park che ha accolto Zaniolo, ma il ritorno di Pierluigi Gollini aveva fatto pensare che si potessero superare i dolori e i ricordi di addii burrascosi: il portiere se ne era andato da diciasettenne al Manchester United, in quel caso il Ds si sentì tradito da una scelta che non era sua. Nel suo ritorno però non c’è stato alcun lieto fine, dopo sei mesi Gollini aveva già lasciato Vincenzo Italiano con tanti saluti alla parabola del figliol prodigo.

Nicolò Zaniolo vuole essere un’altra storia, quella di un punto fermo in una carriera quasi schizofrenica. Nel 2016 alla fine scelse le giovanili della Virtus Entella, con cui arrivò l’esordio in Serie B prima di essere scelto dall’Inter. Da lì in poi l’ingresso sul palcoscenico del grande calcio. Di lui conosciamo tutto. Gli infortuni, i cinque anni a Roma, la vittoria della Conference League, i rapporti turbolenti con Mourinho, l’anno all’Aston Villa, i sei mesi con Gasperini. Un lungo elenco di esperienze per un giocatore che solo il prossimo 2 luglio compierà 26 anni. È ancora giovane, ma ha il curriculum di chi è stato già grande. Per crescere ancora e rispettare le aspettative di quel ragazzo che si scontrò con Corvino, Zaniolo dovrà superare la sfida più difficile: dimostrare che è diventato quel giocatore indispensabile su cui la Fiorentina non puntò nel 2016. Solo così si potrà chiudere quel capitolo.

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