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Il Foglio sportivo

L'uomo del futuro dei tuffi si chiama Matteo Santoro e sembra nato per tuffarsi

Francesco Caligaris

Il bambino che diventa grande ed è pronto a spiccare il volo (metaforicamente e non) dal trampolino. È il tuffatore italiano più giovane di sempre a essere salito su un podio internazionale, con Tania Cagnotto come idolo d'infanzia e gli occhi puntati a Los Angeles 2028

C’è una pepita che ancora non è stata svelata del tutto nel piccolo mondo dei tuffi italiani, reduce dai tre quarti posti delle Olimpiadi di Parigi 2024 (Chiara Pellacani nella gara individuale da 3 metri, Chiara Pellacani-Elena Bertocchi e Giovanni Tocci-Lorenzo Marsaglia nelle gare sincronizzate sempre dal trampolino) e movimento in salute a oltre quattro anni dal secondo e definitivo ritiro di Tania Cagnotto, fresca di nomina a vicepresidente della Federnuoto, dopo essere stata eletta nel Consiglio nazionale. Lo scorso 9 ottobre Matteo Santoro ha compiuto 18 anni. Siamo all’inizio di un nuovo quadriennio olimpico, sembra un segno del destino. Il bambino che diventa grande ed è pronto a spiccare il volo, metaforicamente e non, dal trampolino.

Finora Santoro è stato “protetto”, è stato lasciato libero di crescere senza pressioni né eccessive aspettative sui suoi risultati, che pure sono arrivati. In coppia con Chiara Pellacani, 22 anni, una sorta di sorella maggiore perché i due si conoscono fin dalla nascita e, secondo l’allenatore Tommaso Marconi, “sembrano nati per saltare insieme”, ha già vinto tre medaglie ai Mondiali senior nel sincro misto da 3 metri, specialità non olimpica: argento a Budapest 2022, bronzo a Fukuoka 2023 e argento a Doha 2024. Santoro è anche il tuffatore italiano più giovane di sempre a essere salito su un podio internazionale: la prima volta aveva soltanto 14 anni, oro sempre nel sincro misto con Pellacani agli Europei di Budapest del 2021.

Alla MR Sport F.lli Marconi di Roma, la società in cui si allena con Alice Palmieri da quando, a 4 anni e mezzo, sguazzava in piscina per imitare sua sorella Melanie, la sua prima gara se la ricordano ancora tutti. “Me la raccontano sempre anche i miei genitori”, dice Santoro al Foglio sportivo, “È stata molto presto, avrò avuto 5 o 6 anni. Ricordo di essere salito sul trampolino, ho guardato Alice, ho scosso la testa e ho detto: no. E poi sono sceso senza tuffarmi”.

“La sua carriera agonistica è iniziata così”, scherza Nicola Marconi, oggi responsabile tecnico della Nazionale giovanile. Dopo aver rinunciato ai Mondiali Junior a causa di un infortunio al ginocchio, i Campionati italiani invernali di questo fine settimana a Bolzano rappresenteranno a tutti gli effetti il suo passaggio nella categoria Senior. Per il direttore tecnico della Nazionale assoluta, Oscar Bertone, “sarà una pedina molto importante per le gare individuali del prossimo o dei prossimi due cicli olimpici”. In realtà già la scorsa estate, sfruttando l’assenza di Tocci e Marsaglia impegnati nella preparazione per le Olimpiadi di Parigi, ha debuttato “da solo” agli Europei di Belgrado e ha vinto due medaglie d’argento, da 1 metro e da 3 metri. 

“L’aver già gareggiato a quei livelli nel sincro misto, con una sua amica, una persona che stima come Chiara, sicuramente gli ha fatto bene”, spiega Alice Palmieri. “Così si è avvicinato gradualmente al mondo dei grandi e si è tolto anche delle soddisfazioni, il che gli ha dato consapevolezza di sé. Adesso inizia un nuovo quadriennio: ci saranno sempre più gare sbagliate rispetto a gare giuste, bisogna fare bene quelle che contano di più, quelle più importanti. Io gli dico sempre che quando perde lui impara, mentre quando vince ha solamente vinto. E in questo momento della sua carriera può ancora sbagliare molto”. 

“Io salgo sul trampolino e faccio quello che so fare, poi se i tuffi non escono… amen. Il momento arriverà, e nel frattempo si continua a lavorare”, aggiunge lui, “però sì, sento che questo momento si sta avvicinando. Ovviamente sarà un percorso difficile, sia fisicamente sia mentalmente, e dovrò rimanere stabile con la testa: non esagerare, ma anche non sottovalutarmi troppo. Bisogna porsi un obiettivo e lavorare con umiltà per raggiungerlo. E il mio obiettivo è qualificarmi per le Olimpiadi di Los Angeles 2028”.

Tania Cagnotto, il suo idolo d’infanzia insieme ai britannici Tom Daley e Jack Laugher, ripete sempre che “i tuffi sono per il 90 per cento una questione di testa”. Nicola Marconi, che ne ha viste tante, è d’accordo e commenta: “Matteo non è una persona che si lascia intimidire, anzi, la gara lo stimola, lo diverte. È un ragazzo che vive l’esperienza della gara, anche lo stress, in maniera molto giusta, positiva, a cuor leggero. Secondo me non avrà alcun tipo di difficoltà a inserirsi nel contesto dei grandi”. “A livello assoluto emergere è sempre più difficile”, conclude Oscar Bertone, “ma lui ha già dimostrato di essere un animare da gara”. 
 

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