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Il Foglio sportivo – That win the best

Prepariamoci alle inutili goleade dei figli di Messi e CR7

Jack O'Malley

Fan e giornalisti si preparano ad altri vent'anni di dualismo e retorica dei due ragazzi. Mentre il mercato di gennaio ha confermato che la Serie A è diventata la nuova Mls: chi vuole svernare viene a giocare in Italia

Il mercato di gennaio delle squadre italiane conferma finalmente un fatto che in questa rubrica si va ripetendo da più di dieci anni: la Serie A è la nuova Mls, il campionato di soccer americano (non chiamatelo football) in cui si va a svernare per non fare la figura dei bolliti dove ancora il calcio è una cosa seria. Senza stare a citare il povero Scamacca, che in Premier League non vedeva la porta e in Italia faceva il fenomeno, o il fatto che un discreto attaccante da Championship come Che Adams in Serie A sembri un campione, penso ai nuovi acquisti del Milan Walker e João Félix. Il primo ha vinto tutto con Pep al City, ma quest’anno si è reso conto di non reggere più certi ritmi. Dopo averlo visto in campo contro Inter e Roma si capisce bene che per la velocità della Serie A potrebbe giocare i prossimi dieci anni con una gamba sola ed essere comunque uno dei più rapidi e forti. Il portoghese che qualche anno fa veniva ignominiosamente paragonato a Rui Costa, invece, fugge da un Chelsea mediocre in cui comunque non è riuscito a fare granché: date le premesse, lì da voi farà sfracelli

Sfracelli, leggevo, li stanno facendo a livello giovanile anche i figli di Cristiano Ronaldo e Messi, che segnano con la stessa frequenza con cui io mi sbronzo e già eccitano gli animi di fan e giornalisti pronti ad altri vent’anni di dualismo e quaranta di rottura di coglioni retorica (piuttosto mi vesto di lattice e mi faccio frustare con una cintura dorata a forma di catena). A proposito di retorica, sono ancora basito dall’articolo che Federica Pellegrini ha scritto sulla Stampa per presentare le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Ora, a parte che non si capisce cosa abbia da dire una ex nuotatrice su una competizione in cui il nuoto non c’è, ma soprattutto perché si è fatta scrivere l’intervento da un’intelligenza artificiale addestrata da un mix tra un bambino delle elementari e una guida turistica? La “magia” delle Olimpiadi, i paesaggi da cartolina, il buon cibo italiano, l’inciso nostalgico su quanto si stava meglio quando si stava peggio, la minchiata sulla neve e il ghiaccio che “non sono altro che un’altra forma dell’acqua, l’elemento che amo di più”. 

A questo punto poteva partecipare anche lei all’atroce lancio del nuovo album di figurine Panini dedicato alle calciatrici, sicuro best seller che risolverà l’annosa crisi delle edicole. Presenti il rieletto Gravina e Gigi Buffon, oltre a numerosi giornalisti che, una volta finito di vergare supercazzole sessiste sulla rovesciata di Parola che “si tinge di rosa”, banalità sulla “giornata storica” e sull’importanza del movimento calcistico femminile e aver chiesto al vicino di posto “com’è che si chiamano queste?”, hanno fatto l’unica cosa che interessava davvero: domande agli ospiti su chi vincerà il campionato. Maschile.
 

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