L'arbitro Ermanno Feliciani durante la partita Torino-Genoa (foto LaPresse)

Ocio però #24

Una giornata di rimorsi calcistici e invasioni nella privacy degli arbitri

Giovanni Battistuzzi

Sono tornati i cari vecchi anni Novanta. Non nello spettacolo in campo, ma quanto meno negli epiteti rivolti ai giudici di gara. Aspettando la rivoluzione

Il vecchio nemico capace di far andare a braccetto pure società che si odiano cordialmente da sempre non se ne era mai andato, ma è da qualche mese che è tornato nella massima forma possibile. L’arbitro, che qualcuno ancora si continua ad apostrofare come cornuto in barba ai tempi che cambiano e alla sbandieratissima richiesta di privacy che arriva da ogni latitudine, è ritornato l’assoluto protagonista dei fine settimana calcistici. I cari vecchi anni Novanta sono tornati alla grandissima, e poco male se lo spettacolo in campo è un po’ meno spettacolare. Non c’è squadra che negli ultimi mesi non si sia sentita frodata da quella strana specie di cervidi. Un tempo almeno facevano da loro, ora invece si avvalgono pure di una tecnologia da un sacco di soldi per far casini. Almeno a quanto dicono presidenti e allenatori, tutta gente a cui non bisognerebbe dare mai troppo ascolto quando c’è di mezzo un arbitro. Fatto sta che ora pure le istituzioni calcistiche del nostro paese, che ogni tanto si accorgono che esiste una realtà diversa da quella nella quale credono di vivere, minacciano di rivoluzionare tutto. Come non è dato a saperlo, forse nemmeno lo sanno, ma la rivoluzione si farà. Oggi, no, domani forse, ma dopodomani sicuramente. 

    


Questa è Ocio però, la rubrica di Giovanni Battistuzzi sul campionato di calcio italiano, un piccolo breviario per evitare di prendere troppo sul serio la giornata di Serie A appena giocata


   

Pensare che la tecnologia potesse acquietare tutte le polemiche nel calcio era un’idea che nemmeno il più ottimista dei positivisti avrebbe mai preso in considerazione. In Italia anche i fatti di più chiara lettura hanno sempre almeno quindici letture alternative e trentacinque trame nascoste. Figurarsi un contrasto o un tocco di mano. Non ci sono soluzioni per sistemare tutto questo. Nemmeno la tecnologia che congela tutto e rimanda le esultanze. Ocio però che la tecnologia le ha moltiplicate, le ha fatte diventare doppie: la prima per il gol, la seconda per averla fatta franca al Var. Insomma libidine e doppia libidine. 

 

Tra tante proteste però ciò che ha caratterizzato la ventiquattresima giornata della Serie A sono i rimorsi. E ci vuol poco a farli diventare rimpianti. 

 

Il Como ha perso al Giuseppe Sinigaglia per 1-2 contro la Juventus e non si è capito come abbia fatto a perdere. Fosse stato un incontro di boxe i tre punti sarebbero rimasti in riva al Lario. Invece Kolo Mouani ha fatto doppietta, i suoi compagni non un granché, Michele Di Gregorio un paio di parate meravigliose e il Como si è mangiato il mangiabile. 

 

E non si capisce nemmeno come il Torino sia riuscito a non vincere per tanto a poco contro il Genoa dopo aver giocato come ha giocato, dopo aver tirato quanto ha tirato. Dicono, da Torino, che l’arbitraggio è stato scandaloso. Sarà, fatto sta che più che con l’arbitro i granata se la dovrebbero prendere con il fato, se esiste. 

 

Pure il Lecce sta ancora cercando di capire come non sia riuscito a vincere contro un Bologna che dopo essere stato applaudito da chiunque per la bellezza del suo calcio si è ritrovato a soffrire un sacco contro una squadra ordinata e benpensante, nel senso che pensa bene, si adatta, sfrutta quel che ha senza provare a essere qualcosa di diverso da quello che è

 

Sorride ma nemmeno troppo anche l’Udinese che sì è tornato a casa dal Maradona con un punto che di questi tempi è tanta roba, ma contro il Napoli poteva vincere e nessuno avrebbe avuto qualcosa in contrario. 

 

E chissà se al Monza la scelta di esonerare Alessandro Nesta è ancora un rimpianto oppure si è trasformata in un rimorso. Perché quanto meno con l’ex difensore del Milan in panchina i brianzoli erano aggrappati a un sogno salvezza, ora diventato un miraggio. Alessandro Nesta lo hanno messo di nuovo al timone. Ocio però che nel frattempo il Monza ha già iniziato a pensare alla prossima stagione di Serie B.  

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