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Dorothea Wierer (Foto Ansa)
l'intervista
Dorothea Wierer è pronta a chiudere il cerchio
La campionessa del biathlon chiuderà la carriera alle Olimpiadi di Milano-Cortina. Intanto c'è un altro Mondiale (a Lenzerheide) da vincere
Nell’armadio di Dorothea Wierer ci sono tante cose che racchiudono il suo mondo. Oltre gli scarponi da biathlon e le carabine, c’è ad esempio un’ampia collezione di scarpe con il tacco: "A parte gli eventi, non ho molte occasioni per indossarle, ma quando smetterò tornerò a farlo, ho pure tante scarpe sportive e adoro cambiare e abbinare i colori con l’abbigliamento". Non mancano così i look e i trucchi, con il volto sempre sistemato: "Ci tengo a essere in ordine e adoro che tutto sia perfetto anche in gara, pur in uno sport di fatica". Tra le ante si trova però anche una buona dose di insicurezza: "Dovrei credere di più in me stessa, ho mille dubbi, non mi sento mai all'altezza, ho pochissima autostima ma o ce l'hai o no, non si può fingere. Io magari sono un talento, un'atleta forte, però fuoriclasse sono quelli per cui diventa tutto facile per anni, non solo per una stagione, come la Shiffrin o Bolt ". E infine, c’è spazio per la quotidianeità e per una vita non focalizzata solo sullo sport. "Potrei far più la vita sportiva, dovrei dedicarmi, anche nei giorni di recupero, solo a quello e non fare la vita delle persone 'normali' che escono, vedono gli amici. Spesso, l'atleta non fa così ma onestamente non mi piace".
Del resto, Dorothea Wierer, che dal 12 febbraio sarà impegnata con i Mondiali di Lenzerheide, non ha mai avuto problemi a dire quello che pensa: "Preferisco essere onesta che finta solo per fare bella figura. Una volta che smetti, queste cose vanno nel dimenticatoio, nessuno parla di te, ci sono altri che fanno la storia. La cosa che mi dà sempre più fastidio è la polemica che noi altoatesini non ci sentiamo italiani, non è sempre vero". E sull’onda della sincerità quando le si dice che potrebbe avere in Sinner un alleato dice: "Sì, ma lui non si espone tanto, però fa bene o non se ne esce (ride, ndr)".
Nel mirino, intanto, mette il Mondiale. "Ho sempre sofferto la gara, un po’ di pressione c'è, così come ansia o paura di fallire. Rispetto a quando ero giovane sono più consapevole di quello che si potrebbe fare: magari da giovane non mi sentivo all'altezza di certi traguardi. Spero di stare bene fisicamente e sugli sci, ma non dipende solo da me, c'è tanta concorrenza". Per l’altoatesina è l’ultimo biennio di gare, visto che chiuderà ai Giochi di Milano Cortina: "Fare le Olimpiadi in casa, dove sono cresciuta, ho messo la prima volta gli sci ai piedi (ad Anterselva, ndr), ho sparato la prima volta, non capita a tutti. Non volevo smettere l'anno scorso perché spesso sono stata malata. Ho un obiettivo: è bello, dove tutto è iniziato finisce. Dopo tanto tempo con la valigia in mano, senti il bisogno di fare altro. Mi sono confrontata con ex atleti che mi hanno detto che ho fatto bene a fare esperienze fuori dal biatlhon, quando smetti non dico che non interessi più a nessuno, ma più o meno va così". Tra le esperienze fatte quella come inviata per Warner Bros. Discovery a Parigi 2024 per Eurosport (è tra le loro talent expert). "Mi è piaciuto uscire dalla confort zone: di solito, devo solo rispondere e invece ho dovuto pensare a molte più cose. Sarebbe bello rimanere nello sport e anche in televisione, vediamo. La priorità sarà la famiglia". Non ha mai nascosto di voler avere un figlio: "Ho sempre avuto questo sogno, non è facile perché quando smetterò avrò quasi 36 anni, non è detto funzioni subito. Ci sono anche tante atlete mamme, ma non fa per me".