Jānis Ikaunieks (foto Getty Images) 

bomber minori

Janis Ikaunieks e le reti di Riga

Giorgio Burreddu

L'attaccante del RFS Riga è diventato una specie di ambasciatore del calcio lettone. In Europa League ha segnato sette gol quest'anno, ora che le coppe europee ripartiranno però le vedrà dalla tv

Neobomber. Figli di un campionato minore. Li puoi trovare ovunque. Fanno gol spesso, altre volte si accontentano di trascinare i compagni. Sono avanguardie del futbol. Dal calcio lettone arriva Jānis Ikaunieks, 29 anni, fantasista del Riga. È una delle eredità di questa Europa League. Nella fase di qualificazione ne ha segnati 6 in quattro partite, poi il livello si è alzato e la mira è calata. Nel 2015 in Lettonia tutti avevano il nome di Jānis sulla bocca. A 19 anni si era costruito addosso la leggenda di secondo miglior marcatore delle Premier locale, un portento. Il Liepajas, la squadra in cui giocava da ragazzo, ricevette 400mila euro dal Metz per lasciarlo andare. A quel tempo la vendita di Ikaunieks salvò l'esistenza del club. “Sono partito, ero pronto per allenarmi e giocare lì. Il mio stipendio a Liepaja era di 400 euro, mi trasferii in Francia senza soldi. Al Metz prendevo 4.500 euro e vivevo in un albergo con un ristorante Michelin”. A dieci anni di distanza, dopo aver cercato fortuna in Grecia, Norvegia e Finlandia, Ikaunieks è un leader del Riga, la squadra che qualche settimana fa si è tolta la soddisfazione di battere l’Ajax. “È difficile da capire: abbiamo vinto contro una delle squadra più prestigiose al mondo”.

   

Il feeling che c’è tra Jānis e la sua gente è solido, qualche volta persino commovente. “Ho iniziato ad avere quegli infortuni quando avevo 14 anni. Ho perso molto tra i 13 e i 17 anni. Direi addirittura che ho saltato due anni, anche due e mezzo. Ho avuto un infortunio all'inguine, mi faceva male la schiena. Ho avuto anche un medico che ha detto che non sarei mai stato un atleta professionista”. Ikaunieks piangeva, ma la storia ha dato ragione a lui. “Il corpo di un calciatore deve essere forte, non solo all’esterno”.

   

È nato a Kuldīga, una città della Lettonia occidentale, che è stata riconosciuta Patrimonio dell'umanità dall'Unesco per il borgo medievale. La Lettonia è da tempo fuori dalle prime cento squadre nazionali del mondo. Da tempo la Federcalcio lettone sta lavorando attivamente al progetto delle palestre gonfiabili, perché la scusa secondo cui svedesi e islandesi sanno giocare a calcio meglio dei lettoni è sempre stata semplice: possono allenarsi a calcio tutto l'anno. “Fisicamente e in termini di resistenza dovremmo essere più attenti. Dobbiamo lavorare di più sul nostro corpo. Non è che devi essere in forma, devi solo correre un po' di più”.

   

E così Jānis è diventato una specie di ambasciatore del calcio lettone in Europa. Volevano anche eleggerlo “Persona europea dell’anno in Lettonia” per il 2024. C’erano lui, il regista Gints Zilbalodis, l’ideatrice di un festival lettone, Ieva Morica, e poi politici, ricercatori, giornalisti, amministratori, funzionari. In Ikaunieks era stato visto il senso di una storia, una candidatura come modo per ringraziarlo del suo girovagare e per i gol che un anno fa avevano consentito al Riga di partecipare all’Europa League. “Le partite della dell’Europa League in Lettonia hanno il potenziale per far sì che, dopo l’hockey e il basket, il calcio possa diventare il terzo sport nazionale”, c’era scritto nelle motivazioni della candidatura al premio. Non è andata granché: due pareggi, un successo (quello con l’Ajax), sei gol fatti e il doppio subiti. La partita con la Dinamo Kiev ha chiuso l’avventura. Arrivederci. E il premio europeo? Alla fine lo ha vinto il regista. Ma va bene lo stesso.

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