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Come si fa a difendere ancora quella boiata del Var

Jack O'Malley

C’è un limite a tutto, ma chi ha rivisto i “Fab Four” nel Milan deve aver davvero esagerato

È bastato un turno di coppa per far capire ai milanisti il motivo per cui Walker e João Félix hanno scelto di abbandonare la Premier League per la Serie A, campionato mediocre che da anni spaccia birre analcoliche per stout. Il Milan inguardabile sceso in campo contro il Feyenoord può tranquillamente ribaltare la sconfitta al ritorno, ma la vera tragedia è quello che fumano certi giornalisti sportivi italiani che parlano di Gimenez, Félix, Leão e Pulisic come dei “Fab Four”. A tutto c’è un limite, come direbbe e ha detto Sir Claudio Ranieri dopo la partita della Roma contro il Porto, arbitrata da un ubriaco: il tecnico che ha sostituito Juric sa sempre come titillare l’animo dei tifosi giallorossi, e ha aspettato persino troppo prima di tirar fuori il grande classico romanista per eccellenza, il complotto del Palazzo. 

 

Auguri a loro per la gara di ritorno di Europa League, auguri all’Italia che scende nel ranking Uefa e adesso non porterebbe più cinque squadre in Champions (e meno male), ma soprattutto auguri a chi continua a difendere quella cagata pazzesca che è il Var: tecnologia o no, la polemica per le decisioni arbitrali è destinata a riproporsi per l’eternità perché fa parte della natura umana. Chi pensava di raddrizzare il legno storto dei fuorigioco millimetrici tracciando linee virtuali sul campo vada a rivedersi l’assegnazione del gol di Haaland in Champions contro il Real Madrid: a parte il coito interrotto dell’esultanza sì/esultanza no, non si può fermare una partita per oltre quattro minuti per verificare se la punta del capezzolo di un attaccante era più avanti rispetto alla rotula del difendente. 

 

Come non c’è San Valentino senza la mia amata bionda, non c’è FA Cup senza almeno un risultato sorprendente all’anno. Ancora brindo al Plymouth Argyle Football Club, che ha eliminato il Liverpool domenica scorsa sfangandola 1-0 su rigore e ben il 25 per cento di possesso palla. In questo momento ai Reds girano parecchio le palle, nel finale del derby con l’Everton finito poi 2-2 c’era più nervosismo che in una lite su WhatsApp tra fidanzati che termina con un blocco di una settimana. Ma i Reds in Premier hanno 7 punti di vantaggio sull’Arsenal e 10 sul (“sorprendente”, direbbe un commentatore pigro) Nottingham Forest, e proprio perché non sono l’Arsenal se mantengono la calma possono già preparare la festa finale per il titolo. Toccando legno e pensando alla Champions, of course.

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