La punizione gol di Matias Soulé contro il Parma (foto LaPresse)

Ocio però #25

Una giornata di Serie A contro il calcio dei fighetti

Giovanni Battistuzzi

Meno tattica e più libertà alla tecnica individuale. Taremi, Soulé, Kolo Mouani, Elmas, Nico Paz, Zaccagni sono buone notizie per chi apprezza un'altra idea di calcio

Questa Serie A periferica, dove poco o nulla viene inventato, lontana dalle luci del proscenio europeo, dimenticata dagli applausi per il bel calcio, in fondo in fondo qualcosa di buono ce l’ha. Soprattutto in certi fine settimana dove gli allenatori smettono di fare i guru e decidono di fare la cosa più difficile, che poi altro non sarebbe che la cosa più semplice: far giocare quelli coi piedi buoni con alle spalle gente con piedi meno buoni ma rognosi, fastidiosi e faticatori, in modo da non doverli far rincorrere a tutto campo. Che poi chi continua ad andare sugli spalti, magari non quelli da riccastri o da hipster in divisa calcistica, chiede solo una cosa: vedere qualcosa che vale la pena vedere. E cioè maglie sudate, meglio se lerce, e tecnica, capacità di giocare il pallone e non tattica esasperata, corale, raffinatissima. Ocio però che dire in giro di voler bene ai randellatori di palloni e gambe e alle azioni solipsistiche è socialmente sbagliato e vi farà scontrare coi calciofili da salotto per bene. Quelli che un tempo pontificavano di proteste con la paghetta a tre zeri al mese. 

 

Ignoranza e colpi di classe. Qui non si chiede altro. Gente che fa di tutto per recuperare un pallone, pure le scorrettezze – evviva.

   


Questa è Ocio però, la rubrica di Giovanni Battistuzzi sul campionato di calcio italiano, un piccolo breviario per evitare di prendere troppo sul serio la giornata di Serie A appena giocata


 

Soprattutto gente che si inventa gesti inconsueti. Tipo Mehdi Taremi: rovesciata su svirgolata di Nicolò Barella in Juventus-Inter parata da Michele Di Gregorio. Tipo Kolo Mouani: giravolta palla al piede e assist per Francisco Conceição sempre in Juventus-Inter. Tipo Mattia Zaccagni: rovesciata dopo un flipper in area di rigore, gol ma annullato. Tipo Nico Paz: sterzata elegante, tiro potente, secco, preciso, mica quella fighettata del tiroaggiro, e gol in Lazio-Napoli. Tipo Matias Soulé: punizione dolcissima sotto l’incrocio dei pali in Parma-Roma (un plauso a Zion Suzuki per la doppia parata su Soulé e Salah-Eddine). Tipo Elif Elmas: tunnel e pallonetto al portiere in Bologna-Torino. 

 

Pensare che possa interessare più una squadra che si dilunga in passaggetti o che decida o meno di impostare l’azione dalla difesa, che un terzino si aggiunga ai due centrali o che si sistemi a centrocampo per permettere la sovrapposizione al centro o altre cose del genere, rispetto a un dribbling o a una giravolta sul pallone è qualcosa di assurdo, nulla di più lontano dal motivo che spinge la gente allo stadio o a sedersi sul divano per vedere una partita. Ocio però non sempre le squadre guidate da allenatori che puntano all’essenziale del calcio, ossia a far giocare a pallone i loro giocatori, vincono. Anche quando sono forti e avrebbero strameritato i tre punti. Basta vedere com’è andata Juventus-Inter. Vittoria dei bianconeri. Quanto meno la bellezza del gesto di Kolo Mouani ha messo in pari il nostro piacere calcistico. 

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