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Foto Ap, via LaPresse
F1
Lewis Hamilton ha iniziato come meglio non poteva i suoi primi test in Ferrari
In Bahrein l'inglese ha fatto segnare il miglior tempo nella sessione mattutina e il secondo in quella pomeridiana. “Mi sta bene il rosso no? Che ne dite. E' il colore della passione”
Lewis Hamilton si definisce un esploratore. Un sette volte campione del mondo che ha ancora tanto da imparare e capire della sua nuova avventura in rosso. Dopo aver ottenuto il miglior tempo della mattinata, trova ad attenderlo ai box il presidente Elkann, arrivato fino in Bahrein per vedere da vicino i primi test stagionali dell’uomo che ha fortemente voluto a Maranello. “Ho un ottimo rapporto con lui, parliamo di un sacco di cose diverse, soprattutto al di fuori del mondo delle corse. Diciamo che parliamo di vita e io cerco di imparare da John. Voglio imparare da lui come affronta la sua vita quotidiana, le sue responsabilità all'interno della famiglia e in azienda, come gestisce le varie cose. E’ una persona da cui imparare”. Il presidente gli consiglia anche un libro da leggere: “L'essenzialismo, la ricerca disciplinata del meno” di Greg McKeown. Non sono solo un presidente e il suo pilota a chiacchierare…
Lewis si racconta nel paddock del Bahrein mentre fuori gli altri continuano a girare. E’ arrivato in pista con una pattuglia di persone che lavorano solo per lui. D’altra parte è un maniac della precisione, racconta anche come ha lavorato dal punto di vista creative per le immagini che hanno corredato il servizio che gli ha dedicato il Time, mettendolo in copertina vestito di bianco con un cavallo rampante vero alle sue spalle… “Se pensi al mio brand, al mio nome e al brand Ferrari, era chiaro che avremmo fatto un po' di rumore. Ma non mi aspettavo un’eco così. E’ stato incredibile. Abbiamo avuto una reazione travolgente”.
Ma Lewis è qui soprattutto per vincere (“Sono concentrato al 99 per cento su questo”): ”Finora sono state due giornate molto positive anche se il meteo ci ha un po' ostacolato, Ci siamo concentrati sull'esplorare. Sto anche cercando di ambientarmi all'interno del team il più rapidamente possible, ci sono tante cose diverse da imparare”. Quando avrà davvero in mano tutti I segreti della Ferrari? “Beh, non ho una sfera di cristallo, sto prendendo una giornata alla volta. Siamo concentrati nel fare il nostro lavoro senza guardare tutto il resto. In macchina, mi sento sempre più a mio agio con i vari sistemi di controllo. Sto comprendendo la sospensione anteriore e posteriore e tutte le regolazioni diverse e le tecnologie che usiamo qui. Anche io e il mio ingegnere stiamo imparando come lavorare insieme… Direi che mi piace moltissimo guidare questa macchina, mi piace l'idea che ho tanto da imparare e anche i vari termini, come il rollbar o il manettino, come si dice in italiano. Sto studiando giorno e notte per capire esattamente come si chiamano i vari component perchè ho lavorato 12 anni in un'altro. Ma tutto questo mi riempie di entisiasmo”. Sta anche studiando con Riccardo Adani, il suo ingegnere un nuovo modo per chiamare l’Hammer Time. “Magari sceglieremo una parola italiana…”.
“Mi sta bene il rosso no? Che ne dite. E' il colore della passione”, scherza. “È un onore far parte di questo team storico. C'è tantissima passione all'interno di questo team, Sto passando un periodo fantastico, stancante, ma fantastico. E' importante iniziare bene. Questo ultimo mese non avrebbe potuto andare meglio. Ogni giorno passato è stato significativo ed è stato fondamentale per costruire le basi del nostro rapporto. Abbiamo fatto tanto in poco tempo, ma non siamo stati precipitosi. Ci siamo presi il nostro tempo e abbiamo spinto al massimo. Incasseremo i dividendi più avanti. Tutto sarà evidente nello spazio di qualche mese, perché continueremo ad evolverci. La nostra amalgama non è stata forzata. Sono qui da poco, ma mi sento a casa. Sono cresciuto sognando questo e lo so perché ho tutta questa fame, tutta questa voglia di lottare, tutta questa voglia di continuare a fare quello che faccio al livello in cui lo sto facendo. Sono grato di essere questo sport, perché questo sport mi ha cambiato la vita e non so dove sarei senza le corse”. Per ora è qui, all’inizio di una nuova storia. Anche se là fuori la McLaren sembra già volare.