Lautaro Martinez (Ansa)

Il Foglio sportivo

La sfida scudetto Lukaku-Lautaro

Michele Tossani

Il momento particolare dei due uomini gol di Napoli e Inter. Quando uno è stato alto in cielo, l'altro è sparito. E viceversa. Per provare ad uscire vincitori di questo testa a testa sia Inzaghi che Conte avranno bisogno della versione migliore dei loro rispettivi centravanti

Gemelli diversi, sicuramente. Gemelli del gol… beh, non più. Non ora almeno. Strano il destino di Lautaro Martínez e di Romelu Lukaku quest’anno. Come il sole e la luna, quando è stato alto in cielo l’uno, è sparito l’altro. Così è successo ai due attaccanti. Una prima metà di stagione a cercare il gol perduto per Lautaro, con Lukaku che guidava il suo Napoli verso le zone più nobili della classifica. Ora, nel 2025, le parti si sono invertite. Lautaro è infatti tornato quella macchina da gol che conoscevamo: nelle tredici partite a cui ha preso parte da inizio anno, fra campionato, Supercoppa e Champions, l’argentino ha infatti messo a segno 9 reti. Un netto miglioramento rispetto alla prima metà della stagione, nella quale i gol segnati erano stati 7 (in 22 gare). Bottino troppo magro per un attaccante come Lautaro.


Di contro, Lukaku nel nuovo anno ha realizzato solo tre reti. Il centravanti belga non va a segno dallo scorso 25 gennaio, data della partita vinta dal Napoli sulla Juventus. In questo mese le polveri del pupillo di Antonio Conte si sono bagnate, così come accaduto all’intera fase offensiva di una squadra che, dopo aver perso Kvaratskhelia (ceduto al Paris Saint-Germain nella sessione invernale del calciomercato) sta facendo grande fatica a livello di produzione offensiva. Il Napoli crea poco e questo ha certamente influito sul rendimento dei suoi attaccanti, Lukaku in primis. Nella formazione partenopea il belga funziona come il Sole, attorno al quale ruotano tutti gli altri pianeti. La squadra infatti si appoggia a Lukaku per andare poi a muovere i vari Raspadori, Politano e compagni sotto il centravanti azzurro. L’ex giocatore di Chelsea, Inter e Roma sta però vivendo, come detto, un periodo di appannamento, che coincide appunto con quello generale che sta attraversando tutta la squadra. A Como, dove il Napoli è stato inopinatamente superato dalla squadra di Cesc Fàbregas (2-1), Lukaku ha toccato la miseria di 8 palloni ed è stato sostituito dopo circa un’ora di gioco.


A Milano invece Lautaro si è ripreso il centro della scena. Il numero 10 dell’Inter è elemento fondamentale per il gioco di Inzaghi. Se non gira il Toro, l’Inter ne risente. Non è un caso che le recenti battute d’arresto dei nerazzurri (contro la Fiorentina nel recupero della sfida a suo tempo interrotta per l’arresto cardiaco del viola Bove e, successivamente, contro la Juventus) siano coincise con partite nelle quali Lautaro non ha segnato. Contro il Genoa però il ragazzo di Bahía Blanca (provincia di Buenos Aires) è tornato a timbrare il cartellino, stabilendo anche un record. Con il gol vittoria realizzato contro i rossoblù guidati dall’ex nerazzurro Patrick Vieira infatti Lautaro è arrivato a quota dieci marcature, diventando così il primo calciatore straniero nella storia dell’Inter ad andare in doppia cifra in 6 stagioni diverse in Serie A. Il rendimento di Lautaro e di Lukaku sarà fondamentale per il prosieguo della stagione di nerazzurri e partenopei. Indipendentemente dall’esisto dello scontro diretto del San Paolo-Maradona, è verosimile ritenere che entrambe le squadre lotteranno fino alla fine per lo scudetto. Per cercare di uscire vincitori da questo avvincente testa a testa (che dovrebbe coinvolgere anche l’Atalanta di Gasperini e, chissà, se si riprenderà dopo la “vergogna di Coppa Italia, anche la Juventus di Thiago Motta) sia Inzaghi che Conte avranno assolutamente bisogno della miglior versione dei loro rispettivi centravanti.

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