
Il difensore dell'Udinese Oumar Solet (foto Ansa)
Olive s3 e23
Oumar Solet e le questioni di principio
Il difensore francese due stagioni fa aveva fatto bella figura in Champions League. Poi le cose con il Fußballclub Red Bull Salzburg iniziarono ad andare male. Si è fatto tre mesi fuori lontano dagli stadi, ad allenarsi a Udine. Ora ha ritrovato il campo con l'Udinese
Verso la fine del primo tempo di Lazio-Udinese, Boulaye Dia, attaccante della Lazio alto 180 centimetri per 75 chili di muscoli, si è scontrato con Oumar Solet. Boulaye Dia è rimbalzato di un metro. L’intervento del difensore dell’Udinese era pulito, non falloso. Fa quasi mai fallo Oumar Solet: sei in nove partite, non male per uno che fa il difensore centrale e che spesso si trova a coprire un sacco di campo perché Kingsley Ehizibue è impegnato a scorrazzare in attacco.
Non ha quasi mai bisogno, Oumar Solet, di fare fallo, preferisce anticipare l’avversario che contrastarlo. E sì che i suoi ottantantuno chilogrammi distribuiti in un metro e novantadue di altezza gli permetterebbero di aspettare. Due stagioni fa, nella prima partita del gruppo E di Champions League, Olivier Giroud provò a superarlo di fisico, si ritrovò a terra pure lui e dolorante a una spalla. Ci si fa sempre male a sbattere su di un muro. L’attaccante del Milan guardò Ismaël Bennacer, che gli era a fianco, colmo di premura, quasi a dirgli stai attento che se ti capita a te voli.
Oumar Solet ha giocato in Champions League e in Champions League aveva fatto una buona figura. Diverse squadre avevano contattato il Fußballclub Red Bull Salzburg nell’estate del 2023. La squadra austriaca però sparò altissimo: quasi venticinque milioni. Nessuno li tirò fuori. L’estate scorsa, dopo una stagione condizionata da qualche infortunio e da un fastidio al ginocchio che non passava mai, il Fußballclub Red Bull Salzburg provò a cederlo a chiunque fosse interessato a un difensore. Tutto ciò non piacque a Oumar Solet. Lo disse alla dirigenza, i toni si alzarono, lui rescisse il contratto. Questione di principio.
Firmò per l’Udinese, perché Oumar Solet dice di essere una persona tranquilla e gli hanno detto che Udine è una città tranquilla, adatta a persone tranquille. Da settembre a gennaio si è allenato in silenzio, senza poter giocare perché non poteva essere tesserato. A gennaio si è ripreso il campo, non è più uscito, perché certi giocatori è una fortuna trovarli. Ha preso subito le misure alla Serie A perché “sono un giocatore che si adatta facilmente a tutti i tipi di situazioni”, ha detto all’Equipe.
Alla Serie A sì, agli arbitri un po’ meno, c’è voluto un po’ di tempo. Ha dovuto soprattutto vivere il momento di cui “mi vergogno di più” nella sua vita calcistica. Anche questa una questione di principio.
Como-Udinese, 20 gennaio 2025. Como in vantaggio per 2-1, ma bianconeri che sembrano poter recuperare. Oumar Solet fa un fallo al 59esimo: ammonito. Si innervosisce. Al 63esimo un altro fallo, un altro giallo. Il cartellino rosso alzato al cielo del Giuseppe Sinigaglia. “Non avevo mai ricevuto un cartellino rosso in vita mia e quel giorno prendo due gialli in quattro minuti!”. Si sentì colpevole per la sconfitta (4-1), sentì la “vergogna del colpevole di aver deluso i compagni”.
È uomo generoso Oumar Solet, uno che in campo pensa più agli altri che a se stesso. Giocava a centrocampo, "mi è sempre piaciuto fornire supporto in avanti, fa parte del mio gioco”. Poi allo Stade Lavallois si infortunarono quasi tutti i difensori centrali e l’allenatore di allora gli chiese un sacrificio. Un azzardo che funzionò talmente bene che a centrocampo non tornò più a giocare. Perché lui, Oumar Solet, è davvero uno che si adatta facilmente, mica solo a parole. Perché lui, Oumar Solet, è davvero un uomo tranquillo, uno di quelli che si trovano bene a Udine.
Anche quest'anno c'è Olive, la rubrica di Giovanni Battistuzzi sui (non per forza) protagonisti della Serie A. Piccoli ritratti, non denocciolati, da leggere all'aperitivo. Qui potete leggere tutti gli altri ritratti.