L'attaccante israeliano dei Philadelphia Union, Tai Baribo (foto Ap, via LaPresse)

bomber minori

Scoprendo Tai Baribo, goleador israeliano d'America

Giorgio Burreddu

Gioca nei Philadelphia Union e nelle prime partite della Mls ha segnato tantissimo. Da piccolo volava quasi ogni giorno a Tel Aviv per allenarsi e tornava a Eilat la sera. Nei fine settimana si trasferiva da suo zio. "Ho sicuramente battuto il record di voli per un bambino"

L’attaccante israeliano più in forma al mondo. Il re dei gol della Mls. Il nome più caldo negli States. E altri titoloni. Per Tai Baribo l'ultimo mese è stato un mese esagerato. Gioca nei Philadelphia Union, ha 27 anni, è cresciuto a Eilat, sul Mar Rosso. La tripletta contro Cincinnati lo ha messo in vetrina. Neobomber non si nasce. Basta la giornata giusta per diventarlo. "Mi sento benissimo. Se segno una tripletta e la mia squadra vince: non c'è niente di meglio”. La partita successiva contro New England ha segnato ancora un gol, il sesto in tre partite. È andato in bianco solo contro Nashville, ma è sembrato un caso.

 

Sono tre anni che Baribo vive il suo american dream. Però il 2025 è partito in accelerazione con sei gol in quattro partite. Dicono che quest’anno arriverà a segnare più gol di Messi e Suarez. Sì, e poi? Tai non è nuovo a questi exploit. A novembre un’altra tripletta aveva scatenato (ancora) la stampa americana. “Dove lo hanno nascosto per tutto questo tempo, e perché”. E ovviamente si era parlato di lui in Italia, pareva che lo volesse il Parma. Non se n’è fatto più niente.

 

Lo notarono a 11 anni, quando frequentava la quinta elementare: "Mio padre gestisce un centro di sport acquatici a Eilat. Un suo amico mi ha visto giocare ed è rimasto entusiasta. Conosceva uno che lavorava nel settore giovanile dell’Ironi Rishon LeZion ed era anche un allenatore privato, e lo ha invitato a vedermi giocare. Mi ha fatto entrare in squadra”. Ma niente è stato normale per Tai. Volava quasi ogni giorno a Tel Aviv per allenarsi e tornava a Eilat la sera. Nei fine settimana si trasferiva da suo zio. "Ho sicuramente battuto il record di voli per un bambino. È andata avanti così per quattro anni, fino ai 15: avanti e indietro in aereo”. Studiava in aereo, facevo i compiti in aereo. “Non uscivo quasi mai con gli amici, arrivavo a casa molto stanco. Il calcio era la cosa più importante per me ed ero disposto a fare sacrifici per avere successo”. Gli anni al Maccabi Petah Tikva, poi un giro in Europa, al Wolfsberger, nella bundes austriaca. Nel 2023 il colpo di mano: l’America, l’Mls, una vita tutta nuova. Non un decollo immediato, ci è voluto tempo.

   

Spesso gli chiedono l’origine del suo nome. Troppo asiatico, troppo esotico. Cambialo, gli hanno detto. “Ma ho sempre rifiutato. Sono le iniziali delle parole Torah della Terra di Israele. In vietnamita, la parola significa qualcosa tra pace e talento”. Tai Baribo ha raccontato che il miglior consiglio che abbia mai ricevuto è stato questo: "Non importa cosa pensa o dice la gente di te, devi credere in te stesso”. La vita lo ha segnato, lo ha reso forte. "Avevo 11 anni, mia madre era ricoverata in ospedale. Ho segnato un gol con la squadra giovanile contro l'Hapoel Ramat Gan, gliel'ho dedicato e ho chiesto a Dio di aiutarla, ma dopo la partita mio padre mi ha chiamato per dirmi che la situazione era grave e dovevamo andare a salutarla. Quando siamo arrivati in ospedale, lei non era più in vita”. Ogni giorno Tai andava a trovarla dopo l’allenamento. Piangeva, soffriva, pregava. Maya, la madre, a un certo punto smise di parlare. Ma Tai le fece una promessa: “Mi aveva chiesto di non smettere mai di giocare a calcio. Da allora, considero questa la sua ultima volontà per me”.

Di più su questi argomenti: