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cinque cerchi

Kirsty Coventry è la nuova presidente del Cio, prima donna a guidare il comitato olimpico

Umberto Zapelloni

La campionessa olimpica di nuoto nei 200 dorso ministro della gioventù, dello sport, dell'arte e del tempo libero dello Zimbabwe, succederà a Thomas Bach. Malagò: “Orgogliosi di questa scelta storica. Insieme per affrontare le prossime sfide che attendono lo sport mondiale”.

Kirsty Coventry, ex campionessa olimpica di nuoto nei 200 dorso, ministro della gioventù, dello sport, dell'arte e del tempo libero dello Zimbabwe, è la prima donna e la prima africana a diventare presidente del Cio, il comitato olimpico internazionale in 130 anni di storia. Finora c’erano stati solo 9  presidenti e naturalmente tutti uomini come nella maggior parte dei governi sportivi. La Coventry aveva il curriculum giusto, è giovane, ha solo 41 anni, una donna, una mamma, una campionessa, ha l’appoggio del presidente uscente Thomas Bach e soprattutto garantisce un grande cambiamento senza cambiare nulla.

 

L’elezione di Sebastian Coe, il signore dei Giochi di Londra oltre che dell’atletica, un uomo dalle idee originali e divisive (ha messo i premi in denaro ai Giochi per il suo sport, ha battagliato fortemente contro il doping russo e gli atleti transgender), sarebbe stata troppo per un comitato olimpico che non ha mai brillato per innovazione. Gli altri candidati alla presidenza oltre a Coe erano Watanabe (ginnastica), Eliasch (sci), Lappartient (ciclismo), il principe giordano Feisal Al-Hussein e un figlio d’arte come Samaranch jr, erede dell’ex storico presidente del Cio. Troppo forte era la candidatura Coventry, soprattutto con la sponsorizzazione di Bach che regnava dal 10 settembre 2013.

 

Dopo una fumata bianca alla prima votazione, il quorum è stato raggiunto immediatamente. Un’elezione all’apparenza filata via liscia. L’Italia, con tre membri con diritto di voto (il presidente del Coni Giovanni Malagò, Federica Pellegrini e Ivo Ferriani, a capo di bob e skeleton), era dalla sua parte come si evince dalla dichiarazione del presidente Malagò: “Orgogliosi di questa scelta storica. Insieme per affrontare le prossime sfide che attendono lo sport mondiale”. Perché va ricordato che Malagò, in scadenza al Coni, resterà comunque membro del Cio perché la carica era alla persona e non conseguenza del suo ruolo in Italia. E poi la prima uscita olimpica della nuova presidente (in carica dal 24 giugno) sarà ai Giochi di Milano Cortina, quindi è giusto cominciare a coccolarla un po’. Il futuro dello sport si giocherà su vari terreni: la sostenibilità (economica e ambientale), la modernizzazione degli sport (nuove regole, nuove discipline, nuove tecnologie), l’inclusività (di genere, di paesi esclusi perché coinvolti in conflitti come la Russia, di paesi ancora ai margini dello sport mondiale soprattutto in Africa e in Asia), senza contare che serviranno nuovi e ricchi accordi commerciali perché oggi la concorrenza è sempre maggiore anche se il successo dei Giochi parigini hanno dato una bella boccata d’ossigeno al movimento olimpico. Alla nuova presidente servirà anche una certa capacità diplomatica e su questo potrà aiutarla Bach che rimarrà come presidente onorario. La sua elezione comunque apre le porte per un’edizione dei Giochi in Africa, il Continente che sta lottando con l’India per avere finalmente un’Olimpiade in casa.

 

“Sono particolarmente orgogliosa di essere la prima donna presidente del Cio, e anche la prima africana. Spero che questo voto sia di ispirazione per molte persone. Oggi i soffitti di cristallo sono stati infranti e sono pienamente consapevole delle mie responsabilità come modello – le sue prime dichiarazioni - Lo sport ha un potere ineguagliabile di unire, ispirare e creare opportunità per tutti, e mi impegno a garantire che sfrutteremo questo potere al meglio. Insieme all’intera famiglia olimpica, compresi i nostri atleti, fan e sponsor, costruiremo sulle nostre solide fondamenta, abbracceremo l’innovazione e sosterremo i valori di amicizia, eccellenza e rispetto. Il futuro del Movimento Olimpico è luminoso e non vedo l’ora di iniziare”. Non sarà un viaggio facile. 

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