
Francesca Lollobrigida durante la prova dei 5.000 metri ai Mondiali di pattinaggio di velocità a Vikingskipet, Norvegia (foto Ap, via LaPresse)
l'intervista
La maternità ha reso Francesca Lollobrigida più veloce
"Dopo la gravidanza sono tornata la stagione dopo senza aspettative, per non perdere l'abitudine a gareggiare. Sono arrivati ottimi tempi e un bronzo nella mass start all'Europeo: la strada era giusta e quest'anno c’è stata la conferma". Intervista alla campionessa mondiale nei 5.000 metri
I colpi di testa, come quando si tingeva i capelli, sono stati accantonati per questione di tempo. Le unghie colorate andrebbero curate di più, ammette, per non perdere la propria femminilità. Francesca Lollobrigida è un vulcano in piena, di simpatia e non solo. Atleta, mamma, campionessa ai Mondiali 2025 di pista lunga, con un oro nei 5.000 e un bronzo nella mass start. Sta per laurearsi in scienze motorie e dopo cercherà altri interessi per gestire al meglio la pressione. Il liceo classico le ha dato la dialettica e la curiosità. Il resto l’ha fatto la famiglia: da papà Maurizio, che le ha messo i pattini ai piedi a 14 mesi, al compagno e a Tommaso cresciuto sul ghiaccio: "Il mercoledì pattinavo, il venerdì ho partorito e domenica eravamo in pista".
Il primo oro mondiale a 34 anni che sapore ha?
Ci sarebbe tanto da dire. Devo dire grazie alle persone, mio marito, la mia famiglia: senza loro questo progetto non sarebbe esistito. Grazie al mio gruppo sportivo, alla Federazione: dopo i Giochi di Pechino ho comunicato il desiderio di voler mettere su famiglia e di ritornare, non hanno dubitato. Mi hanno sostenuto, per questo ero tranquilla. Sembrava una pazzia: si è rivelata la cosa giusta.
Mancava questo oro, è il coronamento di tutto?
Sì. Il nostro è uno sport di velocità, di resistenza e tecnica: non volevo assentarmi troppo, dopo la gravidanza sono tornata la stagione dopo senza aspettative, per non perdere l'abitudine a gareggiare. Sono arrivati ottimi tempi e un bronzo nella mass start all'Europeo: la strada era giusta e quest'anno c’è stata la conferma. La gravidanza mi ha dato qualcosa in più. Si può avere 34 anni, essere moglie, madre, atleta olimpica, ma la tensione c’è. Nei 3.000 volevo quella medaglia: ero... non dico ossessionata, però la pressione mi è costata il podio. Capita tutto per un motivo: mi servirà per Milano – Cortina, sarà la prima gara. Faccio sport per divertirmi, nei 3.000 non è stato così, nei 5000 sono entrata ridendo, nella mass start non ho rischiato troppo ma sono contenta.
Come si vivono le Olimpiadi in casa?
Sono vicinissime. Voglio chiedere a me stessa di non farmi condizionare, di allenarmi come ho sempre fatto, è la cosa fondamentale star tranquilla, non ascoltare i commenti.
I podi ripagano anni di spostamenti tra Roma e il Trentino…
Ringrazierò sempre la mia famiglia, ho iniziato dopo Torino 2006, avevo 16 anni: non hai né la maturità né le finanze. Non li chiamo sacrifici, l’abbiamo fatto di comune accordo e ci ha unito. Dopo sei ore nel traffico, papà diceva ‘prendila come un momento insieme’. Vengo da uno sport dove non posso stare a casa, vivo in hotel. Non abbiamo un'impiantistica e le due piste che ci sono aprono a stagione iniziata. Sono lontana per oltre 200 giorni, ma abbiamo trovato il giusto equilibrio. Tommaso, l’ho sempre portato con mia mamma, in raduno c’era mia sorella, partner di allenamento e figura a lui familiare. L’Università San Raffaele di Roma ci ha dato due borse di studio per la magistrale. Lo studio è stato uno sfogo per staccare o perdevamo la testa, Sono contenta, non mi voglio adagiare. Mio padre diceva: ‘Quando ti preoccupi troppo, studia, leggi, apre la mente’.
Mamma e atleta, conciliare si può?
Nel mio mondo sono stata praticamente la prima a rientrare nella stagione successiva. Sono tornata e l’ho fatto senza l’obbligo di vincere: la soddisfazione di averlo fatto da mamma è un traguardo importante ma non era solo quello, volevo dimostrare che con i giusti supporti si riesce a fare tutto. Fisicamente, ora va anche meglio. Ho allattato fino a 18 mesi: dopo ho sentito il primo cambiamento, mi ci sono voluti due-tre mesi per ristabilizzarmi.