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Dietro a Sassuolo, Pisa e Spezia c'è una Serie B imprevedibile

Marco Gaetani

Tra l’ottavo posto del Bari, ultimo piazzamento utile per aggrapparsi al treno del playoff promozione, e il diciannovesimo della Salernitana, mestamente penultima con gli stessi punti del Mantova ci sono 10 punti: può succedere ancora di tutto

La Serie B sta diventando un caso, e per una volta è una bella notizia. Eccezion fatta per Sassuolo, Pisa e Spezia, che ricordano gli uomini di classifica di una grande corsa a tappe, ormai staccati dal resto del gruppo che si litiga i piazzamenti secondari, il resto del campionato cadetto si sta rivelando una tonnara quasi senza precedenti. È vero, c’è la Cremonese che sta faticosamente cercando di rientrare sulla testa della corsa, come dimostra il clamoroso ribaltone di Palermo, e anche il Catanzaro è decisamente in salute. Per il resto, regna l’assoluta indecifrabilità.

 

Leggere la classifica della Serie B dopo trenta giornate è un’esperienza lisergica: tra l’ottavo posto del Bari, ultimo piazzamento utile per aggrapparsi al treno del playoff promozione, e il diciannovesimo della Salernitana, mestamente penultima con gli stessi punti del Mantova, c’è un margine inferiore rispetto a quello che in Serie A divide l’Udinese (decima) e il Como (tredicesima). Come sia possibile che i pugliesi si trovino in corsa per la promozione con 40 punti e i campani siano a un passo dal baratro a quota 30 (e se non fosse per il -4 di penalizzazione, anche il Cosenza ultimo a 29 farebbe parte del calderone) è un segreto nemmeno troppo ben celato: ormai da anni la cadetteria procede all’insegna del livellamento, non di rado testimoniato dai doppi salti di squadre passate nel giro di due o tre anni dalla C alla A. E così, tolto il Sassuolo che a un organico fuori scala ha anche abbinato un tecnico già abituato a primeggiare in B come Fabio Grosso, due delle retrocesse dalla massima serie stanno sgomitando per non affondare: la Sampdoria è intrappolata nelle sabbie mobili della zona playout a 32 dopo quattro pareggi di fila, il Frosinone è appena uscito dal burrone con tre vittorie consecutive anche grazie all’arrivo in panchina di Paolo Bianco.

 

Può bastare un filotto per passare dall’incubo retrocessione al sogno promozione, in un contesto ai limiti della distopia in cui praticamente ogni partita rischia di essere allo stesso tempo uno spareggio per i playoff o i playout, situazione che non fa che alimentare il punto di vista di chi da anni sogna una post-season anche per la Serie A, anche se i format arzigogolati adottati da altri massimi campionati in giro per l’Europa, dal Belgio alla Grecia, fanno a tratti inorridire. E così a fare la differenza potrebbero essere, più che i giocatori, gli allenatori: Guido Pagliuca ha portato la Juve Stabia al sesto posto alle soglie dei cinquant’anni e dopo una gavetta le cui tappe hanno forti richiami sarriani; Fabio Caserta è un gradino più in su con il Catanzaro, che continua a lavorare bene dopo i risultati ottenuti negli anni scorsi con Vivarini; il Modena si gode l’ottima stagione di esordio di Paolo Mandelli, ex freccia del Foggia di Zeman, arrivato al grande salto in prima squadra dopo oltre vent’anni alle prese con il settore giovanile. Dovranno fare i conti con tecnici navigati e rose monstre attualmente in difficoltà: per ulteriori informazioni citofonare dalle parti di Palermo, club che ha seriamente pensato di esonerare Dionisi salvo scoprire di non avere grosse alternative pronte ad accettare un contratto a brevissimo termine. Il meglio deve ancora venire, si salvi (o salga in A) chi può.

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