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La sfida

Il Gran Premio di Imola vuole correre ancora

Umberto Zapelloni

“Sarà sempre più difficile avere due gran premi nello stesso paese”. Le parole del ceo della Formula 1 Dominicali suonano come una bandiera a scacchi per l’autodromo romagnolo. Ma qui è il cuore della Motor Valley, vale moltissimo e non solo per lo sport. Idee per restare nel circus. Il governo e un Gran Premio che si chiama del Made in Italy

Imola non si rassegna. Sa bene che sarà difficile continuare a ospitare un Gran premio di Formula 1 all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, ma non vuole sventolare bandiera bianca neppure dopo le ultime dichiarazioni di Stefano Domenicali. Il ceo della Formula 1 è stato chiaro: “L’Italia ha sempre rappresentato e rappresenterà una parte importante della Formula 1, anche in futuro, ma sarà sempre più difficile avere due gran premi nello stesso paese perché l’interesse sul circus sta crescendo e questa è una situazione che dovremo affrontare nei prossimi mesi. E’ difficile che questa situazione possa continuare per tanto tempo…”. 

Parole che potrebbero sembrare pietre, anche perché Monza ha appena firmato un contratto per ospitare la Formula 1 fino al 2031. Stefano Domenicali è nato a Imola, sua moglie Silvia ha sempre abitato in una casa con vista sul Parco di Monza, insomma se c’è un uomo che ha ben presente l’importanza della Formula 1 per le due città questo è lui. Ma Domenicali è il ceo della Formula 1, risponde agli azionisti e non potrà mai tenere due gare in Italia quando là fuori c’è la coda di nazioni disposte a sborsare cifre improponibili pur di entrare in un calendario che, per forza di cose, non potrà andare oltre le 24 gare.

Imola ha ancora un anno di contratto – il Gran Premio 2025 si correrà il prossimo 18 maggio, ed è difficile non notare l’ironia della sorte poiché il nome completo è “Grand premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna, insomma nome che dovrebbe essere molto caro al governo – e spera di poter recuperare nel 2026 la gara saltata per l’alluvione di due anni fa. Va ricordato poi che la Formula 1, in fin dei conti, ha un debito di riconoscenza con la pista romagnola perché Imola fu uno degli autodromi che si fece carico di ospitare il mondiale a porte chiuse durante il Covid. Una proroga fino al 2026 sarebbe un gesto logico, poi si vedrà. Avere due gare in Italia tutti gli anni pare estremamente difficile, nonostante gli organizzatori e anche il mondo politico ed economico romagnolo ci tengano a sottolineare sia i grandi investimenti fatti da Imola in questi anni sull’impianto sia il fatto che il circuito sia al centro della Motor Valley, una zona che ormai è diventata un’attrazione turistica in tutto il mondo seguendo quella filosofia delle “Fast cars & Slow food” promosso anche da Massimo Bottura.

Da Imola aspettano un segnale di sostegno o di indirizzo, ma ma nel frattempo si guarda con realismo all’oggi e al domani. In futuro l’obiettivo è di entrare in rotazione con altre tappe europee: “Non ci dispiacerebbe fare un contratto lungo di 10/12 anni per avere una gara a rotazione magari con Francia e Germania. Una specie di Gran premio d’Europa itinerante che ci permetterebbe di avere la Formula 1 per un lungo periodo”, racconta Pietro Benvenuti, il direttore dell’Autodromo che sta lavorando per la tappa del Wec, il Mondiale endurance con le auto che poi andranno a gareggiare a Le Mans, di questo fine settimana, un altro evento da cerchiare in rosso nel calendario dell’autodromo dedicato a Enzo e Dino Ferrari. 

Ospitare un gran premio di Formula 1 significa investire 30-35 milioni di euro. È questo quanto chiede Liberty Media. Ma ospitare un Gran premio è un investimento sicuro: “Il Gp di Imola è un’occasione, un megafono eccezionale, perché raggiunge 5 milioni di audience e oltre 200 mila spettatori presenti, molti dei quali internazionali: a loro raccontiamo la bellezza e il valore di questa filiera innovativa che fa 60 miliardi di euro di export nel mondo”, ha detto poco tempo fa il presidente di Ice Matteo Zoppas. Lo stesso ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva aggiunto: “Attraverso gli eventi che si tengono a Imola possiamo accendere i riflettori nel paese, attirare turisti che vengono in Italia per seguire le manifestazioni e fermarsi a visitare le nostre bellezze. Non si tratta soltanto della Formula 1 vista in televisione, ma di uno strumento fondamentale di promozione nel mondo”.

Basterebbe fare il conto di quanto si incassa di Iva nella settimana del gran premio… Oltre tutto il gran premio a Imola ha una denominazione ufficiale che da sola racconta tutto: “Gran premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna”. “Mi immagino un gran premio come un Expo itinerante, con la possibilità di promuovere l’Italia in tutto il mondo durante il campionato”, racconta Benvenuti. Imola di idee ne ha tante e sa come far vivere l’autodromo anche con la musica, i convegni e tutto il resto. Ma certo la Formula 1 accenderebbe i riflettori. Solo che l’investimento è grande e dovrebbe essere il governo a capire che due Gran premi in Italia (anche se magari uno a rotazione) sono meglio di uno. Non è difficile.