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Il Foglio sportivo
Marco Riva, signor 100 per cento
Puntare sulla sburocratizzazione per diventare un moltiplicatore di idee. “E adesso studieremo come sfruttare l’Intelligenza Artificiale”. Intervista al presidente del Coni lombardo
Presidente Riva, non le sembra di esagerare?
“Esagerare in che senso?”
Prendere il prendere il 100 per cento dei voti con il 100 per cento di chi aveva il diritto di voto alle urne è un po’ esagerato, sembra di essere in Bulgaria non al Coni Lombardia…
“È stata una bella manifestazione di compattezza di tutto il movimento sportivo lombardo dovuta al rapporto che si è creato con tutti in questi anni. Abbiamo lavorato da squadra mettendoci passione e cuore e essendoci sempre”.
Come ha convinto tutti a votarla?
“Politica sportiva a parte, credo l’aver costruito un percorso insieme sia stato la carta vincente. Tutti sanno che per me e la mia squadra non esistono sabati o domeniche che possono sempre contare su di noi. Il Coni in Lombardia non è Marco Riva, non è nemmeno la giunta, ma sono tutti coloro che credono nei valori olimpici, nel mondo sportivo, a partire dal dirigente dell’associazione sportiva che è sul territorio tutti i giorni con dedizione e passione...”.
Possibile che non ci sia non un nemico, ma almeno un avversario?
“Un confronto, un contraddittorio c’è sempre. Ma deve essere finalizzato a trovare una soluzione. Non ci fermiamo al problema, ma lavoriamo insieme per trovare una soluzione. Io mi ispiro tra gli altri a Velasco. Voglio essere ottimista e pensare che tutto possa essere risolto”.
Qual è il suo modello come dirigente sportivo?
“Il mio modello è certamente la famiglia. A ispirarmi sono i miei genitori. Poi cerco di imparare da tutti i dirigenti che incontro. Prendo qualcosa da ognuno. Ogni incontro ti può arricchire. Magari cominci all’oratorio, poi guardi ai grandi discorsi come quello famoso di Steve Jobs. Il suo discorso di Stamford è un vero manifesto di come va vissuta la vita, amando quello che si fa e dando sempre il 100 per cento”.
Tre cose da realizzare in questo mandato.
“Tra le priorità ci sono l’impiantistica sportiva, la sburocratizzazione di certi passaggi per aiutare società e associazioni sportive, continuare a far lavorare bene insieme tutti gli organismi sportivi continuando nel lavoro di conoscenza reciproca che abbiamo cominciato”.
Torniamo al gioco di squadra?
“Se ognuno ha la propria idea, quell’ rimane una. Se la le idee si condividono, ciascuno ne ha due, se quei due si uniscono ad altri due diventano quattro. Dobbiamo diventare un moltiplicatore di idee. Questa è una delle sfide del prossimo quadriennio. E poi dovremo studiare l’Intelligenza Artificiale”.
In che modo?
“L’IA con può solo aiutare gli atleti nella preparazione, ma anche federazioni e associazioni nell’organizzazione, nella progettualità per raggiungere nuovi tesserati, per allargare il bacino. Torniamo alla formazione dei dirigenti che deve essere un pilastro da cui partire”.