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I Marquez non finiscono mai
Nel giorno della caduta di Marc, Alex conquista la sua prima vittoria in MotoGP e balza in testa al Mondiale. Bagnaia, tradito da una Ducati meno dominante del previsto, si consola con un podio e riflette su come battere i fratelli terribili
I Marquez non finiscono mai. Nel giorno in cui cade Marc, è Alex a vincere la sua prima gara in MotoGp. E a Bagnaia non resta che accontentarsi di un podio nel giorno in cui pensava di essersi finalmente liberato di Marc dopo l’incredibile spalla a spalla con tanto di toccata al primo giro. Quel duello che ha fatto venire i brividi al box Ducati, avrebbe potuto trasformarsi nella liberazione per Pecco che aveva dimostrato di avere il carattere e la fisicità per reggere a Marc. Invece non è bastato. Al terzo giro Marc è volato per terra alla curva 8 (poi con la moto mezza distrutta ha chiuso comunque 12°) e là davanti per Pecco l’orizzonte si è chiuso lo stesso. Alex ha preso il comando sul redivivo Quartararo (sul podio dopo 560 giorni) con la Yamaha e Pecco non è riuscito ad andare all’attacco del francese chiudendo al terzo posto su una pista dove negli ultimi tre anni aveva sempre vinto lui. Non può essere contento, ma racconta di aver capito cosa fare per battere e fratelli terribili. “Ho dovuto correre sempre in difesa, ogni volta che mi avvicinavo a Quartararo dovevo mollare perché la moto diventava leggera e rischiavo di perderla. Ho fatto tutta la gara a 0”5/0”7 dalla Yamaha senza poter mai aggredire. L’anno scorso avevo un vantaggio alla curva 11 e 12, quest’anno purtroppo non riuscivo a sfruttarle come avrei voluto. Non sono contento perché la moto valeva almeno il secondo posto. Ma il margine per migliorare c’è e comunque è importante incassare questi punti che l’anno scorso avevo perso”.
Ora in testa al campionato c’è Alex con un punto di vantaggio sul fratello e 20 su Pecco. Podio senza stappare le bottiglie di Prosecco per rispetto delle giornate di lutto per Papa Francesco, ma a bagnare il tutto ci pensano le lacrime di Alex Marquez che a 29 anni, dopo esser stato campione in Moto 3 e Moto 2, va a vincere anche in MotoGp in una staffetta ideale con suo fratello. Una vittoria che porta la forma del team Gresini che non perde l’abitudine di iscrivere un nome nuovo nell’albo dei vincitori di gran premo. Un’altra soddisfazione enorme per un team satellite della Ducati ufficiale che ormai ha ben poco ufficiale dal team principale.
Marc ha vinto cinque sprint su cinque e tre dei cinque gran premi corsi fin qui, ma suo fratello che ha vinto a Jerez per la prima volta gli è saltato davanti in classifica a conferma che nel mondiale conta vincere, ma serve tantissimo non andare per terra (e Alex è salito sul podio 9 volte su 10). “E’ meraviglioso, non mi immaginavo una prima vittoria a casa nostra a Jerez, davanti al nostro pubblico e all’ultimo giro non ho resistito e quando sono passato sotto la grande tribuna li ho salutati… Quando Marc è caduto mi sono detto: oggi è il tuo giorno, non puoi sprecare l’occasione. Ora devo mantenere i piedi per terra, ma anche sognare…”. Marc per ora gli fa i complimenti. Dice che è contentissimo, che è bellissimo vederlo vincere, che riesce a sorridere anche dopo esser caduto. Per ora può permetterselo, anche se è già caduto due volte in cinque gare, ma se continuerò così suo fratello può diventare un avversario vero e allora sarebbe davvero difficile continuare a sorridere per le sue vittorie.



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