Le app per non andare a correre da soli e quelle per farsi controllare la salute via mobile
I vostri buoni propositi per l’anno nuovo riguardano la salute? Sicuramente fra questi saranno presenti: perdere quei chili di troppo, mangiare sano e fare attività sportiva regolarmente.
Per esempio, Mark Zuckerberg ha lanciato un appello per mobilitare la comunità di Facebook a correre 365 miglia nell’arco del 2016, un miglio al giorno. Nel suo post scrive “un notevole ammontare di miglia, ma in una ragionevole distribuzione nell’arco dell’anno”, aggiungendo che per percorrere un miglio ci si impiega poco meno di 10 minuti al giorno.
Se non si vuole correre da soli o la propria determinazione viene meno, si può trovare un compagno ed essere incoraggiati grazie all’app GoTo-gether. L’app social aiuta a trovare i luoghi e le persone per praticare il proprio sport preferito. L’idea che è diventata start up ha vinto il Startup Weekend di Pescara, la maratona per la creazione di idee innovative. Anche oltre oceano l’idea di fare sport da soli può scoraggiare, una startup di Miami ha creato Sportsbuddy, una sorta di Tinder in versione per gli atleti, con lo slogan “play me, don’t date me”. Ci si registra, si sceglie lo sport a cui si vuole giocare, e inizia la selezione di Sportsbuddy che fornisce la localizzazione di tutte le persone che si trovano vicino a te e i livelli di competenze nello sport selezionato. Dopo l’incontro entrambi i giocatori danno una valutazione che non sarà visibile, ma servirà solo per migliorare i futuri match.
Se mancano, invece, le attrezzature adeguate si può far riferimento a ShareWood, l’Airbnb dell’equipment. Offre la possibilità di condividere il proprio materiale sportivo e ricreativo, facendo guadagnare chi propone l’attrezzatura in affitto e facendo risparmiare chi ne ha bisogno. ShareWood permette l’accesso a persone affidabili e disposte a fornire un risarcimento in caso di danni al materiale.
3 milioni nel 2016
Se tra i vostri buoni propositi c’è anche quello di prendersi più cura della propria salute, nessun problema: il settore del mobile health, che riguarda tutti i servizi di assistenza medica attraverso dispostivi mobili, è in grande espansione. Secondo Research2Guidance sul mercato sono presenti circa 97.000 app e il 70 per cento sono rivolte al segmento della salute e del benessere del consumatore e il 30 per cento è dedicato al mercato professionale per l’accesso ai dati del paziente, la consultazione e monitoraggio del paziente, l’accesso dell’imaging diagnostico, le informazioni farmaceutiche e così via. Entro il 2016 il numero di pazienti monitorati dal mobile potrà raggiungere i 3 milioni. Un esempio di applicazioni mediche per monitoraggio e la prevenzione è HeartWatch, l’app che monitora il battito cardiaco, in modo da individuare eventuali aritmie. L’app installata sullo smartphone riceve i dati da un dispositivo indossabile che riesce a controllare appunto il battito cardiaco. In caso di emergenza il dispositivo provvede a mandare un allarme e avvisare tramite messaggi una lista di persone prescelta. Se, invece, il problema è la pressione del sangue c’è l’app Amicomed, che aiuta a gestire e in caso ridurre la pressione sanguigna.
CheckApp, invece, riesce a coprire quattro ambiti diversi. Per la salvaguardia dei più anziani c’è R.I.M.O, che consiste nel posizionamento di un kit di sensori nei locali principali della casa e dopo un periodo di apprendimento registra eventuali anomalie o scostamenti dalle abitudini e genera un segnale di alert oppure una chiamata audio-video a una o più persone. Per la cura del paziente c’è Takes2Care, piattaforma mobile per il monitoraggio dell’aderenza terapeutica, fornendo in questo modo al medico un utile controllo dopo la prescrizione. La soluzione è in grado di soddisfare le esigenze di informazioni (file/dati/audio/video) di privacy e security, di verifica dell’identità del paziente, di accertamento dell’assunzione di farmaci, di monitoraggio dell’effetto biologico e di parametri vitali, di data survey, di interpretazione automatizzata dei dati sulla base dei criteri stabiliti dal medico curante per ogni specifico paziente e così via. Due progetti sono ancora in via di sviluppo, lo Smart Dispenser, un dispositivo che dispensa singole dosi della terapia farmacologica a orari e giorni prefissati, tutto programmabile tramite l’app sullo smartphone; e iWellCom, dispositivo che dovrebbe effettuare un check-up di screening o di monitoraggio del paziente da remoto, durante l’attività fisica e/o durante il sonno.
Per ricordarsi di prendere le medicine aiuta anche Amiko, il primo dispositivo indossabile per ogni tipo di medicina. Può essere applicato su un blister, su un inalatore, sulla penna per l’insulina e tiene traccia dell’utilizzo del farmaco, ricorda quando è il momento dell’assunzione e permette di condividere i dati con il proprio medico, farmacista, parenti o amici.
Il Foglio sportivo - in corpore sano