L'Internet of Food ha fatto grandi passi nel 2015 e sarà strategico per l'agroalimentare italiano

Stefania Nicolich

    Il 2015 è stato un anno importante per il settore agroalimentare, il cibo e il modo in cui nutrire il pianeta è stato il tema centrale dell’Expo di Milano. E’ stato anche lanciato Seed&Chips, il primo salone internazionale dedicato alle aziende e start-up digitali che stanno innovando la filiera agroalimentare ed enogastronomica. Seed&Chips conferma sul proprio sito: “Si stanno sviluppando un mondo di applicazioni, servizi, tecnologie che stanno cambiando il modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito e comunicato. Noi lo chiamiamo: Internet of Food”. Secondo CBInsights le start-up del settore sono riuscite a raccogliere nel 2015 5,7 miliardi di dollari in 275 operazioni commerciali. L’Italia ha un vantaggio competitivo nel settore agroalimentare che dovrebbe riuscire a sfruttare per diventare il leader nel settore del food tech.

     

    Un esempio di Internet of food italiano è Supermercato24, una piattaforma che permette di farsi portare a casa la spesa. Ci si registra online, si sceglie il proprio supermercato di fiducia, si selezionano i prodotti ed entro la giornata si riceve la spesa a casa. Il tratto distintivo di questa start-up è che si appoggia a fattorini che si occupano di fare la spesa e di portarla davanti alla porta di casa del destinatario. Tra i finanziamenti ricevuti ci sono quelli dei soci di U-start.

     

    Se però i prodotti del supermercato non sono sufficienti a soddisfare i palati più raffinati, Foodscovery.com è una piattaforma web e mobile che permette di ordinare prodotti icona della gastronomia italiana direttamente dai laboratori artigianali più rappresentativi della tradizione locale, come panifici, pasticcerie, macelleria, caseifici e molti altri. L’innovazione sta nella creazione e nello sviluppo di un sistema automatizzato di ritiro e consegna in 24/48h che rende possibile gustare più di 1.500 prelibatezze in Italia e in tutta Europa. Fabio di Gioia, il ceo, afferma: “L’impegno del nostro team è dedicato alla ricerca e alla messa in rete dei micro-produttori di nicchia, disseminati come tesori nascosti in tutto il territorio italiano e scoperti dai nostri food-scout: una selezione scrupolosa di veri e propri artigiani delle tradizioni culinarie locali, dal pane alla pasticceria, dalla carne al formaggio, che permette di far assaggiare a tutti i mille e un sapore del nostro paese”. E ancora: “A oggi più di mille aziende alimentari hanno richiesto l'iscrizione su Foodscovery, ma ne sono state selezionate esclusivamente 150 proprio per mantenere intatto il concetto di autenticità e sviluppo delle piccole economie locali”.

     

    Una piattaforma simile, ma concentrata su vini di elite è wineOwine che dà l’opportunità agli utenti di trovare dei vini difficilmente reperibili nelle enoteche tradizionali o nei supermercati. “L’idea” racconta Federico, ceo di wineOwine “è nata in occasione di una cena a casa mia quando stappai delle bottiglie di vino che avevo comprato da un piccolo produttore, e il mio amico Eros mi chiese come fosse possibile comprarlo. Da lì è nata la volontà di facilitare l’accesso a vini unici di produttori locali inaccessibili agli utenti se non recandovisi di persona”.

     

    Federico viene da una famiglia di produttori di vino e conosce il mercato, “ci sono 400 mila produttori di vini e oltre 2 milioni di etichette, diventa molto difficile verificare i vini” continua Federico. Ottenuto il primo finanziamento a dicembre del 2013 e la piattaforma è online. Tutti i vini in listino sono vini pregiati e di tiratura limitata. Finora ci sono oltre duecento produttori e un team di enologi che seleziona i vini, in modo da aumentare l’offerta di nuovi produttori ogni settimana. Infatti, nel sito sono presenti due collezioni di vini, la prima con offerte di vini settimanali con un tempo di consegna di dieci giorni e l’altra che riguarda la collezione permanente di vini, i più venduti, con un tempo di consegna entro le 48 ore. I vini provengono principalmente da Toscana, Piemonte, Veneto e Abbruzzo. Il prossimo passo sarà il mercato dell’Europa. Alla conquista dell’Europa c’è anche la startup francese La Belle Assiette con però più di 700 cuochi. La piattaforma permette di portare il ristorante a casa propria, gli chef comprano gli ingredienti, cucinano direttamente a casa tua, servono la cena e alla fine puliscono tutto. I servizi sono per tutti i gusti, le occasioni e tutti i budget. Decisamente una bella comodità. La Belle Assiette è un altro progetto finanziato dai soci di U-start.