Anche nella Silicon Valley si investe meno sulle start up. Ma l'effetto potrebbe essere positivo

Stefania Nicolich
Il cielo non è ancora di un nero minaccioso di tempesta, ma si può chiaramente vedere qualche nuvola. La Bay Area di San Francisco, il più importante hub di start-up al mondo, ha subìto – secondo i dati raccolti da Mattermark – una riduzione degli investimenti del 20 per cento.

    Il cielo non è ancora di un nero minaccioso di tempesta, ma si può chiaramente vedere qualche nuvola. La Bay Area di San Francisco, il più importante hub di start-up al mondo, ha subìto – secondo i dati raccolti da Mattermark – una riduzione degli investimenti del 20 per cento, chiaro sintomo di ripensamenti da parte degli investitori. Questa riduzione colpisce non solo le start-up, ma anche i cosiddetti unicorni, imprese che hanno una valutazione dal miliardo di dollari in su. Quest’onda di scetticismo degli investitori sta influenzando le più grandi e ricche società tecnologiche. Venerdì scorso, T. Rowe Price, società d’investimento statunitense, ha divulgato la notizia di un abbassamento nella valutazione di una dozzina di compagnie tech, incluse Uber e Airbnb. Queste valutazioni sono senz’altro influenzate dalla perdita di valore delle quotazioni delle azioni nel settore tecnologico, come sta accadendo a molte compagnie al di sopra della fatidica soglia del miliardo, come Groupon, Pandora, Zynga e Yelp.

     

    In generale, la situazione degli investimenti è in leggero peggioramento. Il volume totale delle trattazioni, analizzato da Mattermark in più di 25 regioni, è diminuito del 5,5 per cento. Sono diminuiti soprattutto gli investimenti di serie B, cioè investimenti rivolti a start-up che sono pronte a fare il salto dimensionale, necessario per consolidare la propria posizione competitiva. Questo scetticismo nel proseguire l’investimento nelle start-up può essere stato causato anche dai vari scandali che hanno riguardato alcune di queste, come Zenefits e Theranos.

     

    Zenefits è una società fondata tre anni fa che si occupa di creazione di software per piccole imprese. Ha catturato le attenzioni degli investitori per la sua crescita esponenziale: 1 milione di dollari di ricavi nel 2013, 20 milioni nel 2014 e 100 milioni nel 2015. L’anno scorso ha collezionato 500 milioni di dollari, arrivando a una valutazione di 4 miliardi. Ma questa crescita così veloce ha consumato la start-up che, pur di mantenere le aspettative ormai insostenibili, ha creato uno strumento all’interno del software che ha permesso ai rappresentanti delle vendite della California di fingere di aver completato un corso di formazione online, propedeutico per l’ottenimento della licenza da parte degli agenti delle compagnie assicurative.

     

    Theranos, invece, aveva dichiarato di essere capace di svolgere esami del sangue usando poche gocce, promettendo un metodo più economico, veloce e accessibile. Pare, però, che non tutti i test venissero effettuati con la macchina Edison, inventata dalla fondatrice Elisabeth Holmes, e che, al contrario, venissero usate delle macchine più tradizionali, come quelle della Siemens. Inoltre, per usare le macchine tradizionali, i campioni di sangue venivano diluiti, compromettendo di conseguenza l’affidabilità dei test. 

     

    Le aspettative di crescita delle start-up hanno ormai raggiunto un livello troppo elevato, e questa ossessione della crescita porta al fallimento tanto quanto la scarsa crescita. Ci si concentra troppo a diventare il prossimo Steve Jobs o Mark Zuckerberg, o a sviluppare la chat che cambia il modo di comunicare. Una rincorsa a trovare un modo per cambiare il mondo che rischia di avere dei danni collaterali considerevoli, come la salute delle persone nell’ultimo caso.

     

     

    Boston, San Diego e Portland

     

    San Francisco non è però la sola e unica opportunità per le start-up di trovare fondi. Ci sono attualmente valide alternative, come Boston, San Diego e Portland, che hanno aumentato considerevolmente gli investimenti rispetto all’anno scorso. Sono mercati decisamente più piccoli, nei quali i soldi investiti nei primi trimestri del 2015 e del 2016 sono leggermente superiori agli investimenti nelle compagnie della Silicon Valley nel primo trimestre 2015. Nonostante tutto, San Francisco rimane sempre il luogo dove si concentrano i più alti livelli d’investimento.

     

    Questa riduzione degli investimenti potrebbe portare alla fine a un effetto positivo, cioè a una maggiore cautela e selezione da parte degli investitori per permettere all’impresa di costruire delle basi solide per un futuro duraturo. Non ogni impresa in ogni industria può e deve muoversi velocemente.