Il miracolo di Beer Sheva, da periferica città in mezzo al deserto a capitale del cyber
Quando alcuni anni fa il premier Benjamin Netanyahu annunciò: “Beer Sheva non solo sarà la capitale del cyber israeliano, ma sarà anche uno dei luoghi più importanti del cyber a livello mondiale”, le risate furono fragorose. L’ennesima improbabile promessa di un politico. In effetti, in termini italiani equivaleva a promettere la trasformazione di Reggio Calabria nell’hub della finanza globale. Per chi abita in Israele, la “capitale del deserto del Neghev” è decisamente fuori mano. Situata a circa 115 chilomeri a sud di Tel Aviv, in pieno deserto, è sempre stata considerata la più periferica delle grandi città israeliane.
La scorsa settimana mi sono dovuto ricredere. A dire il vero erano anni che non mettevo piede a Beer Sheva. Per tre meravigliosi anni ci ho abitato, durante il mio B. A. in Management alla Ben Gurion University, il fiore all’occhiello della città. Intitolata al fondatore del moderno Stato d’Israele, l’università ne raccoglie il testimone spirituale: trasformare il deserto, il nulla, nella frontiera del sapere, della tecnologia e in definitiva della crescita di Israele. La Ben Gurion accoglie circa 20 mila studenti ed è considerata un’eccellenza internazionale per le sue facoltà di ingegneria, informatica, medicina e più recentemente nanotecnologie e cyber security. Nonostante ciò, la città ha continuato a essere periferica e io stesso – come la maggior parte degli alumni – ho proseguito altrove la mia carriera senza tornarci per tanti anni.
Martedì scorso avevo in agenda il Cda di una delle nostre start up, Croosing.com, che ha sede proprio a Beer Sheva. Così ho colto l’occasione e sono andato un po’ prima per quella che doveva essere una ricognizione nostalgica. Un buco nell’acqua. La Beer Sheva nella quale ho vissuto non esiste più. Dall’arrivo in città dopo appena un’ora attraverso la nuova autostrada 6 ho avuto la sensazione di trovarmi dentro a una partita a “Sim City” nella quale qualcuno ha messo le mani sulla mia città. Quartieri interi sorgono dove prima c’era solo la sabbia; giardini, parchi, teatri, una nuova stazione dei treni e una selva di gru che costruiscono nuove torri residenziali su quelli che erano quartieri disagiati. Ma la vera sorpresa è stata proprio il campus universitario. In appena quindici anni il numero degli edifici è almeno triplicato. Scintillanti edifici di vetro e cemento, tutti firmati da audaci architetti sostituiscono polverosi parcheggi. La rivoluzione è appena fuori l’università, dove una nuova stazione ferroviaria funge da perno dal quale si irradia la raggiera della Beer Sheva in divenire. Se da una parte la stazione è connessa al campus da un ponte coperto immerso in un curatissimo giardino di piante grasse, dall’altra un avveniristico ponte elicoidale conduce al nuovo Gav-Yam Negev Advanced Technologies Park, il vero nucleo della rivoluzione del Neghev.
Costruito con un investimento congiunto del governo, dell’università e del conglomerato nippo-americano Kud, è diventato la sede del CyberSpark, un’alleanza sul cyber dei colossi americani Emc/Rsa e Lockheed-Martin, assieme al fondo israeliano Jvp. E questo è stato solo l’inizio. Basta alzare la testa per vedere le insegne di Mellanox, Deutsche Telekom, Wix, Paypal e tanti altri giganti. Ma anche start up agli esordi che riempiono i locali di WeWork, il colosso israeloamericano dei coworking spaces che ha stupito tutta l’industry israeliana aprendo una filiale nel nuovo parco. “Voglio vedere quando lo riempiono…”, commentava qualche amico. E’ completamente pieno. E siamo solo ai primi due dei ventitré palazzi programmati.
Nella visione di Netanyahu, il parco dovrà portare alla creazione di 30 mila posti di lavoro nel settore. Come se ciò non bastasse, l’esercito sposterà qui le più avanzate tra le unità di intelligence informatica, inclusa la mitica 8200, l’equivalente israeliano della Nsa a stelle e strisce. Senza contare le molte altre unità dell’esercito che si stanno spostando attorno alla città nel quadro del programma “Tzhaal Daroma”, l’esercito verso il sud, mirato a liberare grandi terreni nel centro del paese da riconvertire in edilizia.
L’indotto è da capogiro e l’impatto sul mercato immobiliare anche, con una città che si appresta ad accogliere migliaia di famiglie con un reddito certamente superiore alla media. E i risultati si vedono. CyActive una delle società dell’acceleratore cyber di Jvp è stata recentemente acquisita da Paypal per 60 milioni di dollari. Magari la prossima storia sarà proprio quella di Croosing.com che ha l’ambizioso obiettivo di disegnare l’evoluzione della navigazione internet. La sua piattaforma permette infatti di seguire la navigazione di terzi. Permette cioè a ciascuno di trasmettere il suo browsing come vera sessione. C’è chi l’ha definita la più grande rivoluzione della navigazione web dall’epoca di YouTube.
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