La mistica della dentiera

Annalisa Chirico

Perché siamo un paese per vecchi. Lezioncina da talk tv

Ti sei svegliata presto per essere pronta, informata, truccata e pettinata alle 9 del mattino, un incubo. Aggiungici poi che fa freddo, anzi si gela, le strade sono ghiacciate e il tassista risparmia sul riscaldamento. Insomma, la giornata poteva iniziare meglio. Poi prendi posto negli studi di La7, programma Coffee break, sei microfonata e quasi ipnotizzata dai toni cordiali del conduttore fin quando prende la parola un senatore di Forza Italia, sentite sentite. 'Chi è superficiale ci ride ma un anziano che non può mangiare è un problema serissimo'. Presto attenzione, il senatore Andrea Mandelli è incalzante. 'Ci sono gli anziani che mi ascoltano e sanno bene di che parlo. La dentiera è una questione serissima. La dentiera che non fa nutrire bene un anziano è un problema molto molto molto importante. Ricordiamoci che negli ultimi anni di vita consumiamo molto di più che in tutto il resto della nostra vita attiva'.

 

Rassegniamoci: siamo un paese per vecchi. Ce lo racconta il quadretto offerto da questo senatore che, a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale, si rivolge a quella che ritiene una constituency preziosa se non decisiva. Gli anziani, pensionati e nonni d'Italia, ai quali il centrodestra promette pensioni minime a mille euro, dentiere e treni gratis; anziani e pensionati ai quali il premier Paolo Gentiloni propone l'abolizione del canone Rai (per gli over 75, che fortunati). Del resto, la platea di riferimento di questi partiti è formata da adulti e anziani, un bel cocktail di diritti acquisiti. I giovani restano i grandi assenti. Non si parla di come 'creare' lavoro per gli under 35 (la disoccupazione giovanile è sopra il 30 per cento, ultimi dati Istat), non si parla di come agevolare l'ingresso nel mondo produttivo ed economico, di come abbattere le barriere che ostacolano l'accesso a tante professioni. Nell'Italia del terzo millennio sopravvivono 19 ordini e 8 collegi professionali, un unicum a livello mondiale. Si tratta di entità corporative che in Parlamento riescono puntualmente a sabotare ogni tentativo di liberalizzazione al fine di salvaguardare privilegi, rendite e autotutele. 

 

La prossima domenica, quando saremo chiamati a votare, i giovani, veri outsider del nostro mercato del lavoro, preferiranno starsene a casa o, in alternativa, apporranno una croce sul simbolo a 5 Stelle. Gli studi sui flussi elettorali degli ultimi appuntamenti elettorali ci consegnano questa previsione sconfortante. Tra dentiere per tutti e rivoluzioni canute,  perché scomodarsi per raggiungere il seggio? Nessuno mi rappresenta, perciò resto a casa. Meglio non prendere parte. Oppure esprimere, semplicemente, un rutto di protesta.