L'8 marzo delle donne normali
Contro le ideologhe dello sciopero rosa
Incrociate le braccia e serrate le gambe: si potrebbe riassumere così lo slogan delle pasionarie che per l'8 marzo hanno pensato bene di indire uno sciopero rosa. "Astenersi da ogni attività produttiva e riproduttiva", non è uno scherzo. E' ideologia, risentimento contro il maschio, una roba che le donne normali, quelle che oggi meritano di essere festeggiate, semplicemente non comprendono.
Stamane, dopo l'alterco mattutino su Canale 5 a proposito del reddito di cittadinanza (in provincia di Bari i Caf sono stati presi d'assalto dai cittadini che hanno votato il M5S e adesso esigono il reddito di cittadinanza), ho realizzato che è l'8 marzo, la festa delle donne. Allora ho mandato un messaggio di auguri, via Whatsapp, al mio caro amico ('Auguri, è la nostra festa'), e lui ha ricambiato con la dolcezza che gli appartiene. Sapevo che avrebbe gradito. Perché oggi è la festa delle donne, di chi è nata donna e di chi si sente tale. E' la festa delle donne normali che ogni giorno si svegliano, sorseggiano il caffè e affrontano una nuova giornata per inseguire i propri progetti, far crescere i figli, andare a lezione di yoga, innamorarsi e poi chissà. Sono le donne che adorano un weekend al mare o una passeggiata in montagna, tanto basta per trovare sollievo dagli affanni quotidiani. Le donne che preparano la cena mentre caricano la lavatrice e controllano le email ('per l'ultima volta, promesso, poi spengo'). Le donne che difficilmente voterebbero per quelle finte paladine che, dopo aver costruito carriere politiche su roboanti proclami in nome della parità di genere, si fanno candidare dai colleghi uomini in dieci collegi diversi per far entrare in Parlamento altrettanti uomini. Sono le donne che badano ai fatti, non alle parole.
Il mio augurio a ciascuna di loro: fatevi belle e festeggiate come potete. Ma festeggiate.
Il Foglio sportivo - in corpore sano