Vedi alla voce Aids Prima era una cupa vergogna, un nome impronunciabile, poi è caduto il tabù: così il “buio feroce” della malattia è entrato nella letteratura. Non ha prodotto il maledettismo baudelairiano. Ricorda la lebbra che Buzzati citava "come una cosa che inizia per elle". Nadia Terranova 02 MAG 2016
Parla Rose Busingye, infermiera ugandese Così l’Uganda sta vincendo la lotta all’Aids senza preservativi “Il problema è capire se la vita ha un senso. Solo così posso volere bene a me e a chi ho davanti. E’ allora che lo proteggo, che faccio di tutto perché non si ammali”. Rose Busingye passa la sua vita ad accogliere e curare gli ammalati di Aids assieme all’ong Avsi al Meeting Point di Kampala, la capitale dell’Uganda. Rose è un’infermiera ugandese, e sa bene di cosa si tratta quando si parla di Africa, Hiv e preservativi. Leggi Meglio di un lieto fine 19 MAR 2009
Meglio di un lieto fine “Tutti noi qui siamo ammalati di Aids – racconta Veneranda – Molte di noi sono state lasciate sole, abbandonate dai figli, i mariti morti molto tempo fa, nessuna di noi aveva speranza in questo mondo" 17 MAR 2009