Il senso di Carla Stroppa per Jung A colloquio con l’analista junghiana, che spiega: “Disponibilità a lasciarsi trascinare dalle immagini oniriche senza presumere di capirle del tutto riportandole a teorie predefinite. Disponibilità al gioco, all’immaginazione, agli aspetti esoterici della vita, visti come valori, non come derive patologiche dalla razionalità. Penso che abbiamo bisogno di intuire il valore dei simboli, non solo di decifrare i segni. Qui sta anche una grande differenza tra Freud e Jung. Per fare un ottimo analista occorrono innanzitutto onestà intellettuale e sincerità di sentimento. E naturalmente profonda passione conoscitiva e attitudine a una perenne ricerca nel confronto con gli altri, ma senza tradire il proprio portato individuativo, ovvero il proprio centro di energia affettiva e conoscitiva” Davide D'Alessandro 05 SET 2019