Il senso di Carla Stroppa per Jung A colloquio con l’analista junghiana, che spiega: “Disponibilità a lasciarsi trascinare dalle immagini oniriche senza presumere di capirle del tutto riportandole a teorie predefinite. Disponibilità al gioco, all’immaginazione, agli aspetti esoterici della vita, visti come valori, non come derive patologiche dalla razionalità. Penso che abbiamo bisogno di intuire il valore dei simboli, non solo di decifrare i segni. Qui sta anche una grande differenza tra Freud e Jung. Per fare un ottimo analista occorrono innanzitutto onestà intellettuale e sincerità di sentimento. E naturalmente profonda passione conoscitiva e attitudine a una perenne ricerca nel confronto con gli altri, ma senza tradire il proprio portato individuativo, ovvero il proprio centro di energia affettiva e conoscitiva” Davide D'Alessandro 05 SET 2019
Psicoanalisi e filosofia, la forza di Lacan Domenico Cosenza, analista lacaniano, spiega: “Quando lo incontrai attraverso i suoi testi come studente di filosofia mi colpì come lo psicoanalista che più era stato in grado di cogliere gli effetti di sovversione radicale che la scoperta di Freud aveva introdotto nel pensiero occidentale. Man mano che presi a studiarlo a partire dall’esperienza della mia analisi, mi divenne sempre più chiaro che tutto quanto Lacan utilizzava nel campo del sapere, di cui era onnivoro, aveva tuttavia un solo punto di orbitazione: chiarire l’enigma di ciò che accade nell’esperienza di una psicoanalisi. Per fare questo si serviva di tutto quanto potesse essergli utile: dalla filosofia alla letteratura, dalla logica alla topologia. Anzi, i punti più oscuri dei testi di Lacan mi si chiarivano all’improvviso dopo anni a partire da passaggi interni al mio percorso analitico” Davide D'Alessandro 03 SET 2019
“Amo Freud perché non ha mai smesso di cercare” Per Laura Ambrosiano, analista freudiana, il fondatore della psicoanalisi “non si accontentava delle risposte che trovava e continuava a cercare, attraverso i suoi incontri con i pazienti, con i colleghi, con uomini di cultura, con i terribili eventi della sua epoca. Per fare un ottimo analista occorre innanzitutto un ottimo paziente, motivato e desideroso di accostarsi al suo inconscio. Il lavoro psichico è necessario per vivere, per modulare l’impatto che gli eventi hanno su di noi” Davide D'Alessandro 02 SET 2019
“Ho scelto lo psicoanalista come si sceglie un amore” Marisa Fiumanò, analista lacaniana, si è formata con Muriel Drazien e Jean Paul Hiltenbrand, “un vero maestro. Con lui ho fatto un percorso molto diverso dalla mia prima analisi ma non in contrapposizione. Sono entrata in un altro transfert, in un altro discorso, in un’altra lingua e dunque in un altro tipo di percorso. Per fare un ottimo analista occorrono una buona formazione (un’analisi, la lettura rigorosa dei testi fondatori, il lavoro con gli altri analisti), molta esperienza clinica, un lavoro incessante di ricerca, una cultura vasta che spazi nei campi più diversi del sapere e infine doti personali, imponderabili come quelle di un artista. La sessualità è assolutamente al centro della cura. La psicoanalisi non si occupa che di questo, non è esperta che di questo, non lavora che a questo: rendere un soggetto capace di desiderio sessuale e di sublimare questo desiderio nel lavoro o nella produzione artistica” Davide D'Alessandro 30 AGO 2019
Paziente e analista, la grande danza dell’esistenza Antonino Buono, neuropsichiatra e psicoanalista junghiano, autore di “Sogni. Realtà altra, immaginazione creativa, profezia”, avverte: “Il rischio di chi svolge questa professione è di montarsi la testa e ritenere di saperla lunga. Dentro la stanza giriamo sempre intorno alle speranze e ai desideri di “Vita”, all’inquietudine su ciò che verrà o non verrà dopo. L’analisi è un cammino verso una semilibertà o una prigione meno rigida” Davide D'Alessandro 26 AGO 2019
Sigmund Freud, maestro incomparabile A colloquio con Franco De Masi, psichiatra e membro ordinario della Spi: “Il fondatore della psicoanalisi ha scoperto l’importanza della vita inconscia e della verità psichica che esiste dentro di noi, anche se continuamente la neghiamo. Da qui nasce gran parte della sofferenza dell’uomo. È stato paragonato a Colombo, che aveva pensato di aver trovato le Indie mentre aveva incontrato un immenso territorio ancora tutto da scoprire. Freud ha studiato solo una parte dell’inconscio. Le ricerche sulle funzioni inconsce e inconsapevoli della mente proseguono tuttora e si avvalgono anche del contributo scientifico delle neuroscienze” Davide D'Alessandro 24 AGO 2019
Jacques Lacan, il pensiero che s’impone A colloquio con Carmelo Licitra Rosa, psichiatra e psicoanalista: “Nella storia del pensiero ci sono dei pensieri che oltrepassano e sminuiscono quelli precedenti. Si potrebbe fare l’esempio di Cartesio e del suo pensiero che surclassò tutta la filosofia prodotta nel ‘400 e nel ‘500, fino a lui. L’originalità del Maestro francese e la forza del suo insegnamento consistono nell’aver utilizzato i saperi di punta del Novecento per connettere la scoperta freudiana a tutta l’avventura del logos nella cultura occidentale sin dalle sue origini del IV secolo a.C. in Grecia” Davide D'Alessandro 22 AGO 2019
Romano Màdera, la ricerca del senso A colloquio con il filosofo e psicoanalista di formazione junghiana: “Ritengo Jung il più convincente dei maestri intanto perché ringraziava Dio di non essere junghiano, poi perché pensava che fossero integrabili gli insegnamenti di Freud e di Adler con il suo, a secondo della situazione concreta che ci si trova davanti. Siamo chiamati a cercare un senso capace di benedire e di sopportare la vita” Davide D'Alessandro 20 AGO 2019
L’arte della psicoanalisi, tra Eros e Pathos A colloquio con Roberto Ruga, uno degli allievi di Aldo Carotenuto: “Siamo chiamati a realizzare noi stessi, la nostra unicità, e di conseguenza dobbiamo assecondare la nostra vocina interiore che è flebile ma persistente. È la voce dell'anima inquieta che ci indica la via verso la nostra individuazione” Davide D'Alessandro 18 AGO 2019
Antonio Alberto Semi, i rischi dello psicoanalista Il problema è “pensare – inconsciamente – di essere un guru o un profeta o un caposcuola o di ‘aver capito davvero’ com’è fatto l’altro. In generale, il rischio appunto di perdere il gusto del mestiere. La psicoanalisi serve a comprendere la propria complessità e quella altrui e le rispettive soggettività. L’ottimo analista non esiste oppure è il risultato di una idealizzazione. Invece per fare bene il proprio mestiere occorre una buona dose di onestà intellettuale, di autocritica e autoironia, di comprensione dei propri stati d’animo” Davide D'Alessandro 15 AGO 2019