Lo psicoanalista lacaniano, autore di un recente libro sulla pratica analitica, precisa: “Nessuno è un ottimo o un pessimo analista, non c’è un analista più bravo e uno meno bravo. Vi è il funzionare come analista, vi è il desiderio dell’analista. Si tratta di una posizione che a volte si riesce a sostenere e a volte no, anche con lo stesso paziente. Vi è il desiderio dell’analista, dopo un’analisi, anche grazie alle supervisioni e all’apprendere dai colleghi. Perché ci sia dell’analista occorre non aspettarsi nulla dai pazienti, lasciando loro uno spazio potenziale, per dirla con Donald Winnicott. Si tratta di permettere al paziente di interrogarsi sui propri sintomi, sul proprio inconscio, sul proprio desiderio accogliendolo e ascoltandolo senza inculcargli alcunché”
Davide D'Alessandro