Luigi Zoja, oltrepassare il padre (e l’analista) A colloquio con il noto psicoanalista di formazione junghiana: “Ettore (al cui nome ho intitolato il mio studio sul padre) si augura precisamente di essere oltrepassato dal figlio, non ucciso: quindi il mito greco offre ben più del modello sofocleo. Se il rapporto padre – figlio dovesse essere sempre di rivalità inconciliabile non sarebbe esistita la società occidentale tutta, che è stata patriarcale. Oltrepassare, invece, è possibile e auspicabile, nelle relazioni famigliari come in quelle professionali” Davide D'Alessandro 12 SET 2019
Giuseppe Di Chiara, curare con la psicoanalisi A colloquio con l’analista freudiano di lungo corso, che spiega: “L’esperienza analitica ha mostrato come lo scomporre e il conoscere le parti della psiche umana, in un contesto specifico che è quello della situazione analitica, consente nuovi rapporti tra le istanze psichiche, che conducono alla cura di alcune malattie della mente, prima di tutto le nevrosi. Gli elementi principali della qualità dell’analista sono il buon esito della sua analisi con il suo seguito di autoanalisi e il buon apprendimento nella sua formazione. La prima deve avergli consentito l’affrontamento e la maturazione evolutiva del complesso di Edipo, e la sua capacità di continua regolazione dello stesso. Il secondo deve avergli assicurato la capacità di continuare ad apprendere nel gruppo di lavoro di cui fa parte” Davide D'Alessandro 11 SET 2019
Augusto Romano, la ferita dell’analista A colloquio con lo psicoanalista junghiano, che afferma: “Non so cosa sia un ottimo analista. ‘Ottimo’ mi sembra una parola eccessiva e presuntuosa. Ogni analista ha una falla. Dovrebbe essere capace di: empatia, immaginazione, resistenza alla frustrazione, controllo delle proprie inclinazioni narcisistiche, sopportare i transfert seduttivi e/o aggressivi del paziente, ironia non distruttiva, una paradossale indifferenza rispetto ai risultati. Ed essere in grado di lasciare andare il paziente quando è il momento, e di rispettare ‘religiosamente’ quello che si potrebbe chiamare il ‘destino’ dell’altro. Ma potrei essere facilmente smentito…” Davide D'Alessandro 10 SET 2019
Antonino Ferro, parole che curano A colloquio con lo psicoanalista freudiano, che precisa: “Forse non a caso la psicoanalisi è stata chiamata ‘the talking cure’. Ingredienti imprescindibili di un buon analista sono una analisi personale sufficientemente profonda, un training adeguato, un continuo lavoro su sé stesso e una successiva messa a punto degli strumenti di cui dispone” Davide D'Alessandro 07 SET 2019
Il senso di Carla Stroppa per Jung A colloquio con l’analista junghiana, che spiega: “Disponibilità a lasciarsi trascinare dalle immagini oniriche senza presumere di capirle del tutto riportandole a teorie predefinite. Disponibilità al gioco, all’immaginazione, agli aspetti esoterici della vita, visti come valori, non come derive patologiche dalla razionalità. Penso che abbiamo bisogno di intuire il valore dei simboli, non solo di decifrare i segni. Qui sta anche una grande differenza tra Freud e Jung. Per fare un ottimo analista occorrono innanzitutto onestà intellettuale e sincerità di sentimento. E naturalmente profonda passione conoscitiva e attitudine a una perenne ricerca nel confronto con gli altri, ma senza tradire il proprio portato individuativo, ovvero il proprio centro di energia affettiva e conoscitiva” Davide D'Alessandro 05 SET 2019
Giorgio Abraham, il piacere della psicoanalisi Una rilettura attenta di alcuni suoi libri, a distanza di tempo, aiuta l’osservazione e la riflessione sul viaggio interiore che non ha mai fine Davide D'Alessandro 24 AGO 2018
La Sicilia in sogno Ieri Giufà si addormentò lieto dopo la sua preghiera. Sognò un sogno – tutto di brama e aspettazione – e sollevò l’onda, la solita, che dal lido di Castelluccio sempre va e poi torna con la spuma sui ditoni stanchi di Etna. 26 AGO 2016
Quando i lazzari invasero il vecchio Senato e sventrarono… un incubo Ho avuto un incubo. Sudato, molto grasso, lacero, plebeo come i lazzari del Settecento napoletano, intruppato in una massa di forconi con le bandane e le asce, sfondavo le porte di Palazzo Madama a Roma. 13 SET 2015