Funzionerà davvero il supermercato senza casse di Amazon?
Ubiquità di vendita, grande varietà di scelta e margini alti. Così il gruppo di Jeff Bezos ha cambiato radicalmente i comportamenti d'acquisto degli utenti. E ora ci prova con la grande distribuzione
Nell'ultimo incontro organizzato dall'istituto di ricerca Future Concept Lab di Francesco Morace sul futuro della distribuzione e le tendenze del retail che si è svolto la scorsa settimana a Milano non passavano cinque minuti senza che qualcuno, nel bene o nel male, citasse Amazon. Sarà che l'azienda di Jeff Bezos ha cambiato radicalmente i comportamenti d'acquisto di tutti noi, e così gli altri competitors – online e offline – sono andati completamente nel pallone in quanto i loro modelli sono ancora legati alle logiche del vecchio consumatore.
E' evidente già da qualche anno che giocare solo su un canale (digitale vs. negozio fisico) non vale più la pena per nessuno. Alibaba, la società cinese che possiede la più grande piattaforma di e-commerce del mondo, ha appena comprato due grandi catene di distribuzione fisica di 1.500 punti vendita ciascuna. Negli Stati Uniti Costco, catena di ipermercati fisici all'ingrosso, ha deciso di fare concorrenza ad Amazon caricando sul proprio sito online ben 900 mila referenze, moltiplicando per dieci il proprio originale assortimento.
La questione centrale, non verte però solo sull'ubiquità e sulla varietà della gamma, ma soprattutto su altri tre elementi: il margine, la fiducia e l’innovazione.
Amazon ha in media i margini più alti di tutti: in un recente articolo del Wall Street Journal vi era una tabella che elencava quelli delle varie catene distributive americane: Costco ha il 2,9 per cento, Whole Foods ha l’8,9 per cento, mentre il reparto fresco di Amazon – ovviamente solo online, quindi senza una serie di onerosi costi fisici – genera un margine del 13 per cento. E' evidente che con queste differenze la concorrenza diventa impari.
Amazon inoltre è riuscita nel tempo a creare una solida catena della fiducia nei confronti dei propri clienti, e quindi qualsiasi estensione di prodotto e di servizio viene sempre testata e valutata dai propri clienti che solitamente restano soddisfatti. Liquidità e fiducia consentono quindi ad Amazon di poter fare innovazione, giocando non tanto su ciò che vogliono i propri clienti, ma fare un passo in più, osservare i comportamenti, immaginando i desideri e proponendo una soluzione inaspettata che, se viene incontro ai gusti personali, genera riconoscenza e quindi fiducia illimitata.
Ed è proprio su questa “sorpresa” che si basa il nuovo servizio Amazon Go che spinge i propri clienti a uscire dalle proprie case e ad andare nel nuovo negozio/supermercato Amazon (aprirà al pubblico nei primi mesi del 2017 a Seattle) senza cassiere e senza casse e quindi senza code. Nel video uscito ieri, che è diventato subito virale, si vede come funziona: il cliente, entrando nel negozio Amazon Go, verrà riconosciuto attraverso la scansione del codice QR generato dall'app. Dopodiché è tutto molto semplice: prendere ciò che serve e uscire, il tutto viene addebitato sulla carta di credito istantaneamente. Il sistema implementato da Amazon traccia cosa è stato messo "nel carrello" tramite tecniche di machine learning, computer vision e sensori e può persino capire se è stato rimesso a posto un articolo, eliminandolo dal carrello.
Il video dimostrativo è semplice e strabiliante e il negozio è in fase beta solo per i dipendenti Amazon di Seattle. Tuttavia sono in molti a sostenere che il sistema così come viene mostrato rischia di non essere molto stabile: infatti i tag in radiofrequenza non funzionano (se non a una distanza di 2 mm) se applicati su lattine o contenitori con liquidi o materiali conteneneti almeno un 70 per cento di acqua.
Non resta che aspettare i primi mesi del 2017 quando il progetto uscirà dalla fase beta e sarà disponibile a tutti. E' comunque evidente che il futuro della distribuzione passa da qui.
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