Cédric Villani (foto LaPresse)

Chi è Villani, il “Lady Gaga della matematica” che studia per Macron l'intelligenza artificiale

Antonio Grizzuti

Ha accettato la sfida di candidarsi con En Marche! ed è stato eletto. Il presidente gli ha affidato l'incarico di studiare il modo per consentire alla Francia di essere all’avanguardia in questo campo

“Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza”, faceva dire Dante Alighieri a Ulisse nel ventiseiesimo canto dell’Inferno. Qualcuno crede ancora al valore di queste parole scritte ormai settecento anni fa, se nemmeno l’evento che più di tutti ha rischiato di spezzare in due l’Europa, la Brexit, è stata in grado di fermare la forza del sapere. L’Imperial College di Londra e il francese National Center for Scientific Research (Cnrs) hanno stipulato un protocollo d’intesa che permetterà ai matematici inglesi di accedere agli stessi finanziamenti europei a cui hanno diritto i colleghi d’oltremanica. Tecnicamente ciò è stato reso possibile dalla costituzione dell’Unité Mixte International, una particolare formula ideata dal Cnrs che permette di creare laboratori congiunti con scienziati di altri atenei in tutto il mondo. “Tutti i membri dell’Umi, di ogni nazionalità, avranno eguale diritto di accesso ai fondi, alle risorse e, cosa ancora più importante, alle possibilità di collaborazione”, ha riferito un portavoce dell’Imperial College, ateneo che attualmente ricopre l’ottava posizione del QS World University Ranking e accoglie quasi mille tra ricercatori e studenti francesi.

 

Le menti dietro a questo ambizioso progetto sono l’austriaco Martin Hairer, dell’Università di Warwick, vincitore del Premio Fermat e della medaglia Fields (da molti ritenuta il premio Nobel per la matematica), e Cédric Villani, matematico francese direttore dell’Istituto Henri Poincaré. Villani, che lavora nel campo della fisica matematica e delle equazioni differenziali alle derivate parziali, studia all’École Normale Supérieure di Parigi, consegue il dottorato a Parigi Dauphine e subito dopo diventa docente all’École Normale Supérieure di Lione. Anche lui vince la medaglia Fields, ma a soli trentasette anni. Cravattoni di seta, gilet, orologio a cipolla, Villani sembra un uomo di un’altra epoca. Ha accettato qualche anno fa di raccontare com’è la vita di un matematico nel libro Il teorema vivente. “Mi si chiede spesso come sia la vita di un ricercatore, di un matematico, in cosa consista il nostro quotidiano, e come arriviamo a scrivere le nostre opere” si legge nell’introduzione. Un racconto umanissimo che descrive la “genesi di un lavoro matematico dal momento in cui si decide di lanciarsi nell’avventura, fino a quello in cui finalmente l’articolo che annuncia il nuovo risultato – il nuovo teorema – viene accettato per essere pubblicato su una rivista internazionale”. Nel testo trovano spazio le ambizioni ma anche i fallimenti e le delusioni a cui può andare incontro un genio come lui.

 

Tra il 2015 e il 2016 Villani tiene un ciclo di otto “conférence mathematique joyeuse” sul tema dell’arte vivente della matematica. Durante gli incontri, mentre parla di fisica e astronomia, si toglie le scarpe per stare più comodo, fa ridere il pubblico, si presta a ogni domanda, anche al termine delle presentazioni. Viene incalzato dalle domande dei detenuti quando visita la casa circondariale di Poissy, un’esperienza che gli rimane nel cuore e che definisce “molto commovente”. Nel suoi sogni c’è la realizzazione di un museo, “The House of Matematics”, cinquecento metri quadrati dedicati alla storia della scienza e della matematica, arricchiti da giochi interattivi e da uno spazio per la realtà aumentata.

 

Appassionato di manga e patatine fritte, da alcuni definito il “Lady Gaga della matematica”, Villani si considera “al 30% italiano” come ha dichiarato al Corriere in un’intervista rilasciata l’anno scorso. Fuori da ogni cliché narrativo che relega il genio al ruolo del topo di laboratorio, accetta la sfida di candidarsi con En Marche! finendo per essere eletto nel quinto distretto di Essonne, nell’Île-de-France. Sfiora al primo turno raccogliendo il 47,5% dei consensi, e stravince al secondo con il 69,3% dei voti. Ombrello in mano, è andato in giro nel suo collegio vestito come un dandy, cercando i voti uno ad uno, discutendo con semplici cittadini e imprenditori dei problemi di tutti i giorni. La campagna è partita in sordina, ma le persone hanno imparato ad apprezzarlo giorno per giorno, fino a concedergli il voto. “Ho un’esperienza molto varia, che può ispirare fiducia”, ha dichiarato durante il periodo elettorale. Con tanto di endorsement del suo barbiere, che lo ha definito “socievole” e “capace di mettere le persone a proprio agio”.

 

Sempre al Corriere ha dichiarato che da deputato non si sarebbe occupato solo di scienza ed educazione, perché “siamo in un’epoca in cui le questione tecniche e politiche sono intrecciate più che mai”. “L’intelligenza artificiale significa organizzazione del lavoro, conseguenze sulla disoccupazione e sul fisco”, ha aggiunto, conscio del dramma che porta con sé la rapidissima evoluzione tecnologica in atto. Per questo motivo lo scorso settembre il primo ministro Édouard Philippe gli ha conferito uno speciale incarico per “studiare le azioni necessarie per consentire alla Francia e all’Europa di essere all’avanguardia nel campo dell’economia dell’intelligenza artificiale” e individuare le best practice per applicare quest’ambito alla sfera pubblica. La “missione Villani”, che si avvale di altri esperti del campo, è in pieno svolgimento e finora sono state ascoltati duecentocinquanta studiosi del settore. Un altro successo per lo scienziato francese.

“Nessuno può essere un matematico se non ha l'anima di un poeta”, diceva Sonia Kovalevskaya, la prima donna a essere nominata professore di matematica da parte di un’università europea. Forse non c’è frase migliore per definire l’incredibile, umanissimo genio di Cédric Villani.