Perché Microsoft ha investito 500 milioni in case a basso costo
L'azienda fondata da Bill Gates ha annunciato un grande piano di edilizia per le classi meno abbienti nella zona di Seattle. E' un esempio di "interesse illuminato", e una mossa furba
Milano. Microsoft ha annunciato ieri un investimento da 500 milioni di dollari nell’edilizia a basso costo per l’area di Seattle, dove l’azienda ha il suo quartier generale. E’ il più grande investimento di questo tipo mai fatto da Microsoft, e uno dei più grandi in assoluto di un’azienda privata, e ha l’obiettivo di dare sollievo a uno dei problemi principali dell’industria tecnologica: ovunque vadano i giganti tech, il costo della vita si impenna. Il fenomeno è noto. Quando una multinazionale tecnologica si installa in una città, l’afflusso di migliaia di ingegneri con buste paga a cinque o sei zeri provoca un aumento dei prezzi e soprattutto degli affitti. Seattle, ovviamente assieme a San Francisco, sono due delle città in America dove i prezzi delle abitazioni sono aumentati di più negli ultimi 10 anni, di molte misure più di New York, e questo ha creato problemi enormi per i cittadini. A San Francisco, per esempio, i senzatetto sono tantissimi, e sono un’emergenza sociale potente, che ha generato enorme dibattito tra i funzionari pubblici e i grandi imprenditori tecnologici. Quando, alla fine dell’anno scorso, Amazon ha annunciato che aprirà un nuovo quartier generale a New York, nel Queens, comitati di abitanti della zona e alcuni politici locali si sono rivoltati perché temevano che la zona sarebbe diventata invivibile.
A Seattle ci sono già le sedi di Microsoft e Amazon, più altre compagnie di successo come Starbucks. L’azienda fondata da Bill Gates investirà 250 milioni in prestiti per l’edilizia a basso reddito, 225 milioni per l’edilizia a medio reddito e 25 milioni per servizi e iniziative filantropiche per senzatetto e persone in difficoltà nella zona urbana di Seattle.
Su Twitter, il professore del Mit Andrew W. Lo ha definito l’investimento di Microsoft come un esempio di “interesse personale illuminato”. Significa che Microsoft, nel contribuire al benessere della comunità, sta agendo al tempo stesso virtuosamente e in base ai propri interessi: la virtù è facile da comprendere, l’interesse riguarda il garantirsi accoglienza e buon trattamento dalle comunità locali e soprattutto dalle amministrazioni e dagli enti pubblici, che sono sempre più ostili davanti all’invadenza delle grandi aziende tecnologiche.
Investimenti simili non sono affatto rari nella Silicon Valley. Soltanto tre giorni fa Facebook ha annunciato che darà 300 milioni di dollari per contribuire al risanamento dei giornali e dei siti di news locali. L’anno prima Google aveva promesso una somma simile con lo stesso intento. In questi investimenti, però, la virtù e l’interesse sono parzialmente offuscati. Google e Facebook aiutano i media locali perché, in quanto più vicini al territorio, sono meno influenzati dal fenomeno delle fake news. Ma il fenomeno delle fake news si è creato in gran parte sulle piattaforme di Google e Facebook, e grazie a esse. Ugualmente, le due piattaforme online aiutano i giornali dopo esserne stati tra i killer: è come se la Ford dei primi del Novecento avesse fatto una donazione all’associazione dei guidatori di cocchi e carrozze. Per questo, quando l’anno scorso Google annunciò il suo investimento, la Columbia Journalism Review accolse la notizia in modo tiepido, dicendo che si trattava di un “ramoscello l’ulivo”.
Investire sul problema delle case è una mossa furba da parte di Microsoft, perché è trasparente tanto nella virtù quanto negli interessi, come lo fu la promessa di Mark Zuckerberg di donare il 99 per cento delle sue azioni Facebook in progetti filantropici (le tempistiche della promessa sono ancora incerte). E’ l’ennesima mossa di questo genere da parte dell’azienda di Satya Nadella, che è tornata una delle prime al mondo giocando di sponda.