C'erano una volta i personal computer
Oggi e domani a Roma il Vintage Computer Festival Italia 2019. In mostra i pc che hanno fatto la storia della tecnologia informatica e hanno cambiato la nostra vita
C’erano una volta i personal computer: anzi, ci sono ancora! Centro ormai sempre più invadente ma al contempo irrinunciabile della nostra civiltà, dal lavoro al tempo libero. Da una quindicina di anni, grazie alla tecnologia, praticamente ogni cellulare è diventato un Pc da tasca. Ma una volta erano oggetti strani e favolosi: costosissimi, ingombranti, appoggiati agli schermi dei televisori per l’interfaccia e alle cassette dei registratori per una memoria che oggi ci sembrerebbe ridicola. Eppure oggetto di generale meraviglia nelle poche case in cui erano presenti, e mostrati con orgoglio ai visitatori.
E, come si diceva di Neil Armstrong sulla Luna, furono quei primi piccoli passi a permettere i giganteschi passi successivi. “Il nostro scopo è quello di mantenere, promuovere e diffondere la storia di Personal Computer, con particolare attenzioni dagli anni ’60 agli anni ’90. Quegli anni in cui tutto è cambiato e il computer è passato dall’essere un vantaggio per pochi a un beneficio per tutti”, spiega il Vintage Computer Club Italia associazione che, oggi e domani, organizza il Vintage Computer Festival Italia 2019: una esposizione a ingresso libero su 800 mq a Roma in Via Appia Antica 42, all’ex Cartiera Latina.
I visitatori potranno vedere ma anche utilizzare molti dei pezzi che hanno fatto la storia della tecnologia informatica. A partire dal leggendario Olivetti Programma 101, in arte P101 o Perottina dal nome del suo progettista, ingegner Pier Giorgio Perotto. L’elaboratore sviluppato tra 1962 e 1964 dalla ditta di Ivrea (quando era ancora all’avanguardia informatica mondiale) che venne presentato per la prima volta alla grande esposizione dei prodotti per ufficio Bema di New York nell'ottobre 1965 e rimase in produzione fino al 1971. Venduto in 44.000 esemplari, una quantità all’epoca mostruosa, fu praticamente il primo computer da scrivania commerciale programmabile.
Altro reperto leggendario, l’Altair 8800. La sua presentazione nel numero di gennaio del 1975 della rivista Popular Electronics è oggi ritenuto il punto di passaggio tra l’epoca dei computer giganti accessibili solo a poche aziende, all’epoca dell’informatica per tutti: 397 dollari di costo in kit, 495 in versione assemblata. Sempre del 1975 era l’IMSAI 8080, primo pc clone dell’Altair 8800. Era in realtà lievemente più caro: 439 dollari in kit; 621 già assemblato. Però era in proporzione anche più versatile, e divenne famoso per quel film War Games in cui in mano a un ragazzino violava i sistemi del Pentagono e rischiava di scatenare una guerra nucleare.
C’è anche uno degli ultimi 50 esemplari ancora esistenti al mondo di Apple-1: un Pc che fu venduto solo tra luglio 1976 e agosto 1977, ma diede inizio al mito della società di Steve Jobs e Steve Wozniak. Appartiene all’imprenditore e collezionista Marco Boglione; patron di quella BasicNet spa che è titolare di famosi brand di abbigliamento sportivo. Lo comprò a un’asta di Christie’s per 156.000 euro, e lo accende solo una volta all’anno: per il 2019, sarà proprio in questa esposizione.
Si potrà pure vedere il Sol-20: il primo computer venduto, nel 1976, con tastiera e video integrati, lanciando la tipologia poi divenuta standard con l'uscita del Commodore PET2001 e dell'Apple II. Questi ultimi due modelli assieme al TRS 80 costituirono la “triade” che nel 1977 aprì il mercato di massa. Seguì nel 1981 l’Osborne 1, primo Pc portabile. E poi quell’IBM PC che diede origine all’IBM compatibile; l’Apple Lisa che fu un fallimento ma contribuì a lanciare il mouse; il Macintosh che iniziò nel 1984 la “famiglia” ancora in uso; i Commodore Vic20 e 64 che, a meno di 300 dollari di costo, furono i primi Pc da gioco. E poi il Sinclair Spectrum, l’Atari, l’Amstrad, i dimenticati MSX, e altri un po’ meno conosciuti ai non addetti ai lavori.
Assieme alle macchine, ci sarà l’occasione di incontrare grandi pionieri dell’informatica: dalla didatta Liza Loop all’inventore del mouse a decoder ottico Jean-Daniel Nicoud, passando per quell’Allan Alcorn che fu il creatore del videogioco Pong fino a Mauro Sabbione, tastierista dei Matia Bazar e testimone degli albori della musica elettronica.