È in arrivo il cinema per smartphone. Sarà l'ennesima rivoluzione tech?
Hollywood e Silicon Valley insieme per il misterioso Quibi
Roma. Dalla prossima primavera sarà possibile abbonarsi a una nuova piattaforma streaming, Quibi, che in una sintesi estrema, e quindi insufficiente, potremmo definire lo Snapchat del cinema. Costerà 5 dollari al mese e offrirà una media di 7.000 contenuti all’anno, tutti video di una durata massima di sette minuti, scritti, pensati, diretti, girati da grandi registi e grandi attori, (no velleitari, no aspiranti youtuber, no influencer, non tu) per essere visti esclusivamente sullo smartphone. L’idea è di Jeffrey Katzenberg, l’eroico produttore che nel 1994 abbandonò la Walt Disney Animation Studios (che poco prima aveva salvato impacchettando “Il Re Leone” come il capolavoro che è stato) per fondare, insieme a Steven Spielberg e David Geffen la DreamWorks SKG (casa di produzione che ha dato al cinema mondiale film come “Amistad”, “Hollywood Ending”, “Era mio padre”). Proprio Spielberg è già a lavoro e, insieme a Guillermo Del Toro, sta preparando “un progetto horror” per Quibi. Assoldate anche Jennifer Lopez, Naomi Watts, Tyra Banks. Grossi nomi pure tra gli investitori: Warner Bros, Nbc Universal, Disney, Bbc Studios, MgM. Le partnership avviate finora hanno attirato molti sponsor e la piattaforma può già contare su un milione di dollari da investire.
Vulture scrive che sono in cantiere trenta progetti: documentari, reboot, stand up comedy, serie, e persino “un esperimento per reinventare la soap opera”. Ci saranno pure le notizie: la Nbc News ha già firmato per produrre due strisce giornaliere di attualità e la BBC sta lavorando a un format di approfondimento. L’offerta – il palinsesto, per dirla all’analogico – sarà suddivisa in tre macro contenitori ancora da definire.
Non ci sono notizie dettagliate sulla fantasmagorica tecnologia, naturalmente made in Silicon Valley, di cui Quibi si avvarrà per permettere agli utenti di godersi i suoi contenuti tenendo lo smartphone in orizzontale o in verticale (o facendo roteare il telefono con la stessa compulsività cronica dei ragazzi del secolo scorso che tamburellavano sul telecomando) senza che la qualità della riproduzione ne risenta.
Avevamo detto che YouTube sarebbe stata la nuova televisione e abbiamo capito che difficilmente sarà così, però abbiamo assistito al modo in cui YouTube ha influenzato e sta influenzando il modo di fare la tv. Quale tipo di impatto, invece, avrà Quibi sul cinema, sulla televisione e sulla rete è difficile e prematuro immaginarlo, anche perché chi lo ha ideato non lo ha pensato come mezzo nuovo, che proponesse una fruizione rivoluzionaria dei contenuti. Anzi. Katzenberg ha detto a Vulture: “Il mio è un progetto di evoluzione, che mette insieme due tipi di narrazione, quella cinematografica e quella televisiva, combinandole e facendole convergere in una forma nuova. Non faremo nient’altro che raccontare storie che dureranno meno di dieci minuti, magari riunite in capitoli di due o più ore, e che potrete guardare sul vostro cellulare”. Se ci sarà, come per ogni piattaforma streaming che si rispetti, un algoritmo che guiderà gli utenti non è ancora chiaro e probabilmente è anche ingenuo chiederselo.
Katzenberg ha parlato di una “selezione accurata” di contenuti inediti, rispondendo a chi gli domandava la ragione per cui, esistendo le app di YouTube, Facebook e di molti canali di informazione, la cui offerta è fatta di materiale edito e inedito, il pubblico dovrebbe pagare l’ennesima piattaforma virtuale. Oltre alla selezione accurata, che è un modo gentile per dire algoritmo, c’è che un mini film horror di Steven Spielberg e Guillermo Del Toro pensato per YouTube non esiste e non esisterà mai. Per Quibi sì, e non vediamo l’ora di averlo a portata di tasca.
Il lancio ufficiale sarà il 6 aprile. Intanto, “Vogliamo creare Zeitgeist!” ha detto l’ex disneyano. Sul sito, ancora in costruzione, è scritto: “Qualcosa di molto cool è in arrivo da Hollywood e dalla Silicon Valley”.