Il rosario elettronico (foto https://erosary.clicktoprayerosary.org/it-it/index.html?v=9)

Il rosario elettronico funzionerà contro il demonio. Ma non contro gli hacker

Riccardo Bianchi

Presentato in pompa magna lo scorso 25 ottobre il sistema di sicurezza di eRosary è stato “bucato” poco dopo il lancio sul mercato

Forse proteggerà dal demonio e dalle sue insidie, ma non protegge dalle minacce della rete. Anzi, c'è voluto un “santo hacker” per difendere il nuovo rosario digitale del Vaticano. Anche a San Pietro è arrivata la moda degli wearable device, e il 25 ottobre è uscito in vendita il nuovo eRosary, un dispositivo da mettere al polso che aiuta la preghiera. Ma a quanto pare il costo di 99 euro non sarà il solo freno all'acquisto. Appena presentato, un hacker ha bucato le barriere di sicurezza, riuscendo ad aver accesso alle password degli utenti.

 

Click to Pray eRosary si collega a una app da scaricare sul proprio smartphone. Per accedervi, serve un account e una password. Il problema è che quando richiedi la password dimenticata, ti manda un pin via mail. Però lo rende visibile anche nei codici. Basta un buon programmatore per trovarlo e fregare l'account della persona.

 

Ci sono voluti solo 15 minuti dalla notizia del lancio perché un tecnico informatico esperto di sicurezza riuscisse a violare il programma. Il francese Baptiste Robert ha lanciato la notizia su Twitter, confermando di aver contattato i creatori, che si sono subito messi in moto per risolvere la falla. È uno di quegli hacker “buoni” che adora provare a bucare i sistemi, ma poi segnala i problemi alla controparte. Sui social è una celebrità.

Non proprio un grande inizio per questo dispositivo ideato dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa e lanciato in pompa magna nella sala stampa del Vaticano. Per altro già il prezzo aveva fatto discutere: 99 euro. Registra anche un gran numero di informazioni dallo smartphone. Ha pure qualche caratteristica dei gadget del fitness, per esempio calcola quanti passi fai in una giornata. A quanto pare, anche senza la confessione, a San Pietro ci tengono a sapere cosa fanno i propri fedeli.

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