Ora è ufficiale: ecco l'app italiana anti coronavirus
Il contratto con il commissario Arcuri è stato firmato giovedì. La app si chiama Immuni e sarà testata inizialmente nella fabbrica Ferrari di Maranello. Ma per averla ci vorranno ancora settimane
Come anticipato dal Foglio, nella serata di giovedì i rappresentanti di Bending Spoons e il commissario all'emergenza Domenico Arcuri hanno firmato il contratto per fare della app contro il coronavirus sviluppata dalla software house milanese guidata da Luca Ferrari la app ufficiale del governo italiano. Che la decisione del governo pendesse verso la app progettata da Bending Spoons – assieme ad altre realtà come il Centro Medico Sant'Agostino e Jakala – era noto da tempo, ma per la prima volta siamo all'ufficialità. Questo non significa tuttavia che la app contro il contagio sarà diffusa immediatamente. Tra aggiustamenti tecnici e test, potrebbe non uscire prima di qualche settimana, ma l'obiettivo è essere pronti per quando scatterà la fase due.
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La app si chiama Immuni, anche se da qui alla diffusione al pubblico il nome potrebbe cambiare. Il rapporto tra Bending Spoons e lo stato italiano è stato sancito da un'ordinanza del commissario Arcuri in cui si "dispone di procedere alla stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d'uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons S.p.a." (Corsivi nel documento originale). Nell'ordinanza si legge che Bending Spoons concederà una "in licenza d'uso aperta, gratuita e perperua" il codice sorgente della app, e si rende disponibile a titolo gratuito a completare tutti gli "sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact tracing digitale".
Per lo sviluppo della app, Bending Spoons si è avvalsa della consulenza e della supervisione tecnica tra gli altri di John Elkann, presidente di FCA. La partecipazione di Elkann al progetto è particolarmente importante: secondo quanto risulta al Foglio, nelle prossime settimane la app potrebbe essere testata nella fabbrica Ferrari di Maranello, prima della diffusione al pubblico.
Sono invece ancora aperte alcune possibilità su chi, assieme a Bending Spoons, gestirà la app dal lato della Pubblica amministrazione. Il commissario Arcuri avrà facoltà di scegliere una società pubblica che faccia da partner a Bending Spoons all'interno della PA e che faciliti l'interfaccia con i sistemi tecnologici dello stato.
La app Immuni si potrà scaricare liberamente (non ci sarà nessun obbligo) ed è composta da due parti. La prima, e la più importante, è un sistema di tracciamento dei contatti che sfrutta la tecnologia Bluetooth. Attraverso il Bluetooth, è possibile rilevare la vicinanza tra due smartphone nell'ordine di un metro. In questo modo, la app conserva sul dispositivo di ciascun cittadino una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali è stata vicino entro un certo periodo.
Quando un cittadino viene sottoposto al test per il coronavirus, un operatore sanitario dovrà preoccuparsi di chiedergli se ha installata la app. L'operatore sanitario sarà in possesso di una app differente, che genera un codice da dare al cittadino. Con questo codice, il cittadino può caricare su un server i dati raccolti dalla sua app, compresa la lista anonima delle persone a cui è stato vicino. Affinché l'operazione sia efficace, il caricamento deve avvenire su cloud, in maniera protetta.
A quel punto, il server su cloud calcola per ogni identificativo il rischio di esposizione al coronavirus sulla base di criteri come la vicinanza fisica e la durata temporale del contatto. In seguito, il server genera una lista degli utenti più a rischio, ai quali è possibile inviare una notifica sullo smartphone. Il contenuto della notifica dovrà essere deciso dalle autorità sanitarie, potrebbe chiedere all'utente di autoisolarsi o di contattare i numeri appositi per l'emergenza. Anche se non è prevista una forma di tracciamento tramite gps, implementarla dovrebbe essere un'operazione tecnicamente facile se le autorità sanitarie lo richiedessero.
La seconda funzione della app Immuni è un diario clinico, nel quale a ciascun utente verranno chieste alcune informazioni rilevanti (l'età, il sesso, la presenza di malattie pregresse e l'assunzione di farmaci) e che dovrebbe essere aggiornato tutti i giorni con eventuali sintomi e novità sullo stato di salute. I diario clinico rimarrà privato, ma potrebbe essere utile agli utenti per tenere sotto controllo l'evolversi del loro stato di salute e per agire più prontamente in caso di sviluppo di sintomi.
Se la tecnologia è praticamente pronta, ci sono più dubbi sulle istituzioni. Affinché una app di tracciamento dei contatti sia efficace è necessario avere un sistema di test (tamponi e sierologici) capillare, che in questo momento manca all'Italia. Secondo gli esperti, inoltre, è necessario che la app sia scaricata e utilizzata da almeno il 60 per cento degli italiani: sono 36 milioni di persone, che potrebbero mettere alla prova perfino le capacità di Bending Spoons e degli altri partner, che sono leader del settore. Ancora, l'adozione di sistemi tecnologici da parte degli operatori sanitari richiederà una preparazione adeguata.
[L'articolo è stato aggiornato per rispecchiare l'uscita dell'ordinanza del commissario Arcuri]