Milano. Una delle questioni che ossessiona i tecnici che discutono attorno a Immuni, la app scelta dal governo per tracciare i contagiati da coronavirus, è quale sistema sarà adottato per gestire i dati degli utenti. Il dibattito è solo apparentemente settoriale, ma merita di essere spiegato, perché al suo interno contiene il modo in cui saranno rispettati la nostra privacy e i nostri diritti. Ricordiamoci brevemente che una app di tracciamento dei contagiati come Immuni utilizza il bluetooth, che è un sistema che si accorge di quando due telefoni passano uno vicino all’altro. La app tiene nota di tutti questi passaggi sotto forma di codici anonimi, e quando una persona risulta positiva al coronavirus carica su un server alcuni dati sempre anonimi per consentire a tutte le persone con cui è entrata in contatto di sapere che sono state vicino a un contagiato. Quali dati vengono caricati sul server? E come si comporta questo server? Ci sono tre possibili approcci: centralizzato hard, centralizzato soft e decentralizzato.
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