Cosa c'è dietro al successo dei podcast
Così sono diventati sempre più protagonisti nel panorama dell’intrattenimento digitale in Italia e nel mondo, con i numeri che dimostrano un evidente interesse crescente da parte del pubblico
Non è così lontano il tempo in cui il mondo dei podcast veniva considerato alla stregua di una delle meteore del web: dopo la loro nascita avevano riscosso un leggero seguito, per poi perdersi nell'oblio, tra colossi come Youtube, Facebook o Spotify. Insomma, quando sembrava che i video avessero la meglio sui file audio, questi ultimi sono risorti, trovando un’enorme popolarità tra gli utenti di tutto il mondo e tra le stesse piattaforme che sembravano poterli farli soccombere. Non è andata così, anzi. Nell’ultimo anno la crescita è stata vertiginosa: tra il settembre 2020 e lo stesso mese del 2021, proprio su Spotify, ad esempio, sono stati aggiunti circa 1,5 milioni di nuovi podcast, con un aumento dell'85 per cento rispetto all'anno precedente.
I podcast, che boom!
Ma cosa sono esattamente i podcast? I lettori del Foglio li conoscono bene, ma per dirlo nel modo più semplice possibile si tratta di file audio che vengono pubblicati periodicamente online e che possono essere ascoltati in streaming o scaricati in diversi formati. Possono quindi essere ascoltati in qualsiasi momento, anche quando non si è connessi alla rete.
Questa facilità di utilizzo ha fatto sì che i podcast diventassero sempre più protagonisti nel panorama dell’intrattenimento digitale in Italia e nel mondo, con i numeri che dimostrano un evidente interesse crescente da parte del pubblico.
Nell’ultimo anno la crescita è stata vertiginosa: tra il settembre 2020 e lo stesso mese del 2021 – raccontano i dati resi noti da Spotify – sono stati aggiunti circa 1,5 milioni di nuovi podcast, con un aumento dell'85 per cento rispetto all'anno precedente. Oggi i podcast disponibili sulla piattaforma sono oltre 3 milioni, e rispetto al 2018 il numero di show è aumentato di oltre il 2.500 per cento - un dato che fotografa bene l’esplosione del fenomeno. Insieme all’offerta cresce anche la domanda: basti pensare che tra gennaio e il 21 settembre 2021, più di 84 milioni di persone nel mondo hanno ascoltato un podcast per la prima volta.
Crescono gli italiani
Secondo l’ultimo report di Nielsen per Audible, nel corso dei primi sei mesi dell’anno, gli ascoltatori di podcast (ovvero coloro che in questo arco temporale hanno ascoltato almeno un podcast) sono aumentati del 4 per cento, che in valore assoluto si traduce in 14,5 milioni di italiani ascoltatori di podcast a fronte dei 13,9 di fine 2020.
Quindi l’Italia rientra in quella lunga lista paesi che hanno registrato una grande crescita nell’offerta di podcast: la stessa Spotify ha registrato un’espansione del catalogo in lingua italiana dell’89 per cento nell’ultimo anno, con la produzione di nuovi titoli di ogni genere e dedicati ai temi più disparati. Gli altri mercati in cui lo storytelling audio, quello che racconta il mondo per intendersi, cresce più rapidamente sono Taiwan, Colombia, Giappone, Spagna, Perù, India, Turchia, Filippine, Francia, Polonia, Argentina e Olanda.
I podcast in assoluto più ascoltati
Nel corso dell’ultimo anno, il genere di podcast più ascoltato a livello globale è stato Society & Culture, con show come Let’s Find out ASMR, Renegades: Born in the USA – il podcast di Barak Obama e Bruce Springsteen – e Stuff You Should Know che hanno avuto un enorme successo internazionale. Un genere in cui è nato, proprio nei mesi scorsi, anche il podcast Angela che, grazie a Luciana Grosso, ha raccontato la storia, il metodo e le intuizioni della cancelliera tedesca, Angela Merkel. La politica, anzi le sue storie, riesce ancora a far presa sul pubblico più attento e potenzialmente, assieme alle biografie dei personaggi (più o meno) famosi, è tra i trend migliori su cui investire. Lo sanno bene i protagonisti del settore, ci sono anche in Italia, come Storielibere che, ad aprile 2021, grazie alle oltre 60 serie pubblicate, aveva raggiunto la cifra record di 8 milioni di ascolti.
Chi ascolta i podcast?
Da tempo sono emerse, con ricerche varie, tre tipologie di ascoltatori.
L'abitudinario è quel tipo di persona che ama i podcast e ne fa uso regolare, con una media che arriva fino a più ascolti a settimana. Queste persone rappresentano un terzo della popolazione di intervistati e possono essere definite il prototipo di ascoltatore medio.
L'ascoltatore seriale, invece, vive di podcast, non può farne a meno, tanto da ascoltarli almeno una volta al giorno. Queste persone in genere fanno uso di podcast ovunque siano: in compagnia o soli, sul tram o al lavoro, a casa o in palestra. Il podcast è il loro pane quotidiano, e le cuffiette l'accessorio che si porterebbero anche ovunque.
C'è infine l'ascoltatore potenziale, colui che non ascolta podcast per il semplice fatto che non sa di cosa si stia parlando.
Ecco. Ripartiamo da quest’ultimo. Il mercato dei podcast cresce senza rallentamenti, gli ascoltatori che si avvicinano per la prima volta sono sempre di più. Certo, manca una riflessione doverosa: chi non ascolta podcast lo fa principalmente per due fattori. Il primo è il più semplice da scovare: non sapere cosa sia un podcast e dunque non conoscere questa tipologia di contenuti. Il secondo è più ostico da affrontare, essendo rappresentato da coloro che non sanno dove e come ascoltare i podcast. Per la vera esplosione del mondo digitale nella sua interezza, il prossimo step passa dallo sviluppo della competenza digitale per la cittadinanza: una competenza chiave trasversale che deve diventare una priorità delle politiche future per l’educazione e il lavoro, ma che rischia di essere uno scoglio di proporzioni enormi da superare. Oggi più che mai.
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