Girotondo
L'offerta di Iliad a Vodafone, i prezzi e un tema: che impatto avrà sul mercato?
Il colosso francese potrebbe acquisire uno dei principali gruppi della telefonia italiana, in un mercato in crisi di profitti da 3 anni. Scenari e prospettive
La storia la conosciamo dal Vecchio Testamento: Davide che batte il gigante Golia a colpi di fionda. Potrebbe ripetersi se la francese Iliad rilevasse il colosso Vodafone Italia. L’offerta – valutata tra i 10 e i 14 miliardi di euro – è sul tavolo da un paio di giorni e ha stupito diversi esperti del mercato.
“Io mi aspettavo che fosse Vodafone a comprare Iliad, viste le dimensioni completamente diverse tra i due gruppi in Europa” dice al Foglio Claudio Campanini, amministratore delegato di Kearney Italia e vicino osservatore del mercato tlc. In effetti Vodafone in tutto il mondo conta 105mila dipendenti e più di 80 milioni di clienti mobile solo in Europa, mentre il gruppo francese si ferma a quasi a quasi un decimo dei dipendenti e a circa 33 milioni di clienti tra Francia, Italia e Polonia. Quando una settimana fa erano circolate voci di un avvicinamento delle due società, la maggior parte degli analisti aveva prefigurato un interesse da parte di Vodafone, o tutt’al più un’alleanza.
Quel che è certo è che il mercato italiano ha bisogno di un cambio di passo. Almeno per gli operatori: se infatti noi consumatori possiamo goderci uno dei più competitivi e convenienti mercati della telefonia mobile del mondo intero (il quarto meno costoso, secondo Cable.co.uk), le aziende che offrono i servizi vivono con minore serenità l’altro lato della medaglia. Dal 2018 al 2021 il mercato italiano della telefonia mobile ha lasciato per strada 2 miliardi di euro di fatturato, un calo di circa un sesto: basta andare nella vicina Svizzera per trovare ricavi per abbonamento tre volte più alti di quelli che le aziende possono ottenere in Italia.
Non è un caso insomma che Margherita della Valle, chief financial officer di Vodafone, nel novembre scorso avesse definito l’Italia “il peggior mercato europeo”, con ricavi in calo di quasi il 10 per cento nel 2020, anno boom per i servizi digitali. “Un consolidamento avrebbe senso” continua Campanini “ma per Vodafone perdere il mercato italiano, il terzo più importante, sarebbe una sconfitta non da poco”. Il gruppo inglese aveva però già messo le mani avanti: nel corso della presentazione dei risultati il Ceo Nick Read aveva dichiarato la necessità di consolidamenti nei mercati spagnolo, inglese e – appunto – italiano. Una condizione a cui ha ampiamente contribuito la stessa Iliad, che nel 2018 sbarcò in Italia proponendo 30 gigabyte di navigazione a soli 6 euro al mese “per sempre”. Un’offerta che evidentemente è piaciuta agli italiani, tanto che a fine 2021 l’ex startup aveva superato la soglia degli 8 milioni di clienti e quella del 10 per cento di quota di mercato. D’altronde solo pochi giorni prima della notizia dell’offerta l’amministratore delegato del ramo italiano Benedetto Levi aveva lanciato il pacchetto per la rete fissa in fibra, ancora una volta a prezzi stracciati.
Ma il gruppo francese, se l’operazione andasse in porto, sarebbe di fronte a un bivio secondo Campanini: “Iliad deve stare attenta: si è ritagliata uno spazio ben preciso, presentandosi come compagnia trasparente e attenta al prezzo, mentre ora ha presentato un’offerta per l’esatto contrario. Sono due modelli di business profondamente diversi”.
Insomma se Iliad la spuntasse dovrebbe decidere se rivedere le sue politiche di prezzo, rischiando di indispettire i clienti che l’hanno scelta proprio per aver promesso che non avrebbe mai rimodulato le sue offerte, oppure adottare anche con i clienti provenienti da Vodafone il suo stile. Ipotesi meno probabile visti i margini a cui dovrebbe rinunciare, ma che spaventa i concorrenti, che si troverebbero a fronteggiare a colpi di ribassi il più grande gruppo in Italia. Se così fosse, a WindTre, Tim e agli altri operatori toccherebbe rimpiangere Golia.
Ma se anche Vodafone accettasse l’offerta, l’authority europea per la concorrenza si metterebbe di traverso? “E’ complicato immaginare quale sarà la posizione della Commissione europea” dice al Foglio Michele Polo, ordinario di competition policy all’Università Bocconi, “difficilmente potrà smentire la sua posizione di qualche anno fa, quando a fronte della fusione tra Wind e Tre richiese l’ingresso di un quarto operatore [proprio Iliad, ndr]”. Una via di uscita per Margrethe Vestager però forse ci sarebbe: “Oggi su tutti gli operatori gravano gli alti prezzi che hanno pagato per aggiudicarsi le aste delle frequenze per il 5G” continua Polo, “e vista l’importanza che la rete di nuova generazione rappresenta per Bruxelles, potrebbe accettare l’acquisizione a condizione di accelerare il processo”. Tecnologia in cambio di minor concorrenza.
Di una cosa possiamo star certi: i tempi dei prezzi stracciati per la telefonia mobile potrebbero essere (quasi) finiti.