Trump contro Zuck
Zuckerberg sospende le donazioni elettorali. L'attacco trumpiano ha funzionato
Il ceo di Meta, ritenuto il principale colpevole da Trump e i suoi sostenitori della sconfitta dell'ex presidente, attraverso una sua fondazione ha donato trecento milioni di dollari a due no profit bipartisan per sostenere gli uffici elettorali americani. Da quest'anno non lo farà più
Lo scorso aprile, a Mar-a-Lago, la residenza di Donald Trump in Florida, si è tenuta la presentazione di “Rigged: The Zuckerberg Funded Plot to Defeat Donald Trump”, un documentario che racconta il presunto complotto ordito da Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, ai danni di Trump stesso. A produrre il filmato, della durata di circa quaranta minuti, è stata la Citizens United, un’organizzazione la cui missione è di “ridare il nostro governo nelle mani dei cittadini”.
“Rigged” è l’espressione cinematografica di una teoria cospiratoria molto diffusa nella destra americana, che incrocia la paranoia dei repubblicani sui social network alla teoria secondo cui le elezioni del 2020 vinte da Joe Biden sarebbero state truccate. Un’idea ampiamente smontata dai fatti ma che continua a serpeggiare tra i sostenitori di Trump, che sembrano aver individuato il colpevole: Mark Zuckerberg.
Non è la prima volta che questo nome viene tirato in ballo dalla politica, ovviamente. Di solito, però, Facebook (e Meta, il gruppo di cui fa parte) viene criticato per la diffusione di fake news e il suo ruolo nella radicalizzazione di ampie fasce di popolazione. Questa volta, però, l’algoritmo non c’entra: “Rigged” parla di Zuckerberg ma soprattutto dei suoi soldi, i cosiddetti “zuck bucks” (i dollari di Zuck).
Nel settembre del 2020 la Chan Zuckerberg Initiative, fondazione del ceo e della moglie Priscilla Chan, annunciò di voler donare trecento milioni di dollari a due no profit bipartisan con l’intenzione di sostenere gli uffici elettorali di tutti gli Stati Uniti. L’approccio scelto dai due non voleva essere di parte: non puntarono su un SuperPac da riempire di milioni per ingraziarsi un candidato. Anzi, l’idea di Zuckerberg era di non destare sospetti mantenendosi equidistante e quindi impermeabile alle polemiche. Si può dire che non ha funzionato.
Nel corso di quella campagna elettorale, la coppia arrivò ad aggiungere altri 119 milioni di dollari, con i quali, secondo un report di American Public Media, la fondazione avrebbe contribuito a “salvare le elezioni”, pagando per “lo staff, le macchine per lo scanning dei voti, i protocolli di sicurezza e gli affitti”. E’ anche grazie a questo che “le elezioni sono andate sorprendentemente bene”. L’approccio cautamente bipartisan però non ha premiato l’Initiative, diventata capro espiatorio dei repubblicani dopo la vittoria di Biden. Se le votazioni sono andate tutto sommato bene, infatti, il periodo di transizione tra Trump e il presidente eletto Biden è stato a dir poco tumultuoso, culminando il 6 gennaio 2021 con l’assalto al Campidoglio da parte di migliaia di sostenitori trumpiani, riunitisi a Washington sotto lo slogan “Stop the Steal” (fermate il furto), un chiaro riferimento alla teoria cospiratoria secondo cui Biden avrebbe falsato l’elezione. Al centro del complotto sarebbe il Center for Tech and Civic Life (Ctcl), una delle no profit su cui la fondazione ha basato il suo sostegno elettorale, e la scelta del Centro di cominciare il round di donazioni elettorali da cinque città del Winsconsin ritenute cruciali per i democratici. Cinque città che oggi, dalle parti di Mar-a-Lago, vengono chiamate le “Facebook 5”: Green Bay, Kenosha, Madison, Milwaukee, e Racine. Come riportato dal sito Protocol, però, il Ctcl stava lavorando in questa area già da prima dell’intervento di Zuckerberg, ed era quindi naturale che cominciasse da qui. Secondo “Rigged”, infine, la stessa Ctcl non sarebbe l’ente bipartisan che giura di essere. La sua fondatrice Tiana Epps-Johnson ha avuto rapporti con la Barack Obama Foundation, occupandosi anche della presentazione dell’ex presidente democratico a una convention dello scorso aprile. Insomma, agli occhi dei repubblicani, tutto si tiene.
Il caso dei “zuck bucks” ha spinto la Chan Zuckerberg Initiative a sospendere le donazioni per l’anno corrente, mentre ben 14 stati hanno vietato negli ultimi due anni le donazioni elettorali da parte di privati. E’ quindi improbabile che nel 2022 vedremo ancora in azione i “zuck bucks”.