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dediti al joystick

Contrordine: i bambini che giocano ai videogiochi sono più intelligenti

Stefano Pistolini

Uno studio dell'Università del Vermont ha scoperto che giocare genera prestazioni neurocognitive superiori alla media; inoltre ci sarebbero risvolti benefici persino per la salute, fino all'ipotesi di un utilizzo dei giochi come medicine

Contrordine. O la mutazione è definitivamente avvenuta, o il moralismo ci aveva preso la mano (anche l’invidia adulta, forse?) trascinandoci in giudizi frettolosi. L’asserzione, accompagnata dai soliti cavernosi cori di riprovazione, secondo cui i videogiochi friggono il cervello degli adolescenti, in linea di massima non risponderebbe a verità. Un nuovo studio scientifico del dipartimento di psichiatria dell’Università del Vermont suggerisce che i bambini che giocano spesso ai videogiochi denotano valori intellettivi superiori ai non-giocatori, nei compiti che coinvolgono il controllo degli impulsi e la memoria. E di botto si scopre che giocare ai videogiochi potrebbe far bene al cervello. Lo studio ha coinvolto duemila bambini tra i 9 e i 10 anni d’età, in parte scelti tra coloro che giocano almeno 21 ore a settimana e in parte tra coloro che non giocano affatto.

 

Gli autori dello studio hanno isolato il gioco come fattore distintivo, escludendo variabili come il sesso o il reddito familiare e hanno intenzionalmente selezionato giocatori in erba con un approccio estremo, ovvero dediti al joystick per diverse ore al giorno. L’istituto nazionale di Sanità Usa, che ha promosso la ricerca, ora pubblica un report che mostra come i giocatori abbiano ottenuto risultati superiori ai non-giocatori nei test in cui hanno dovuto controllare il proprio comportamento o memorizzare informazioni. Gli scienziati però non sono in grado di stabilire causa-effetto di questi risultati: “Sebbene se non possiamo affermare che giocare regolarmente generi prestazioni neurocognitive superiori, la scoperta è incoraggiante”, sostiene il dottor Bader Chaarani, titolare della ricerca. Un passatempo liquidato come frivolo e malsano si vede ora attribuire meriti benefici, perfino per la salute, se si sta arrivando a ipotizzare che dei giochi potranno essere usati come medicine.

 

Al progetto lavora la start-up DeepWell, specializzata in creazione di videogames, che ne sta sviluppando alcuni mirati ad effetti terapeutici. O come Akili Interactive, già produttore del videogioco – approvato dalla Fda – progettato per curare i bambini con disturbi da deficit di attenzione, mentre è in fase di sperimentazione un altro videogame che tratta la nebbia cerebrale post-Covid. Software magici: torna in mente il vecchio articolo di Bret Stetka sull’Atlantic, in cui si raccontava di pazienti che hanno passato un anno a giocare a Tetris, per superare il trauma di cui erano stati vittime – ad esempio un terribile incidente automobilistico. I mattoncini colorati da ordinare e la loro intensa frequentazione producevano effetti positivi (nei dintorni dell’ipnosi) nel procedimento del loro recupero. Ma quello era trent’anni fa.

 

Adesso si chiamano in causa anche giochi giudicati perniciosi, in cui vanno attivate scelte improntate alla violenza e alla sopraffazione, seppur soltanto digitale. Ed ecco che il riscatto di alcune cattive condotte torna a essere luogo di ripensamenti, nel vasto territorio dell’educazione e della trasmissione di valori. Capita ciclicamente. Di solito a quel punto arriva l’ondata contraria, normalizzatrice, che impone di non dire sciocchezze, non lanciarsi in ardite teorie disseminate di rischi e che cosa meglio dell’aria aperta, una bici, gli amici e il nascondino per le strade del quartiere (poi magari finisce come “Stranger Things”). La maggioranza silenziosa dei videogiocatori in erba bofonchierà, rassegnata, chiudendo la porta della cameretta e accendendo la console. La vendetta per loro, in fondo, potrebbe essere giusto là, domani, a portata di mano. Si sentono allertati. Tutta questione di non farsi notare. È l’estetica degli underdog, no? – l’hanno appena scoperto anche gli italiani. 

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