Trent'anni di smartphone, una rivoluzione che neanche la fantascienza aveva immaginato
Simon Personal Communicator della Ibm fu presentato il 23 novembre 1992 al Comdex di Las Vegas, fiera informatica tra le più rinomate del periodo. Sarebbe stato messo in vendita nel 1994. Telefono cellulare con funzioni di palmare, in realtà di funzioni non ne aveva tantissime
Si chiamava Simon, oggi compirebbe trent’anni, ma in realtà ne visse solo tre, e fu sul mercato solo per sei mesi. Eppure fu l’inizio di una rivoluzione che neanche la fantascienza aveva in realtà immaginato. Nel 1968, pensiamoci, “2001 Odissea nello Spazio” immaginava per l’anno in realtà poi passato alla storia per le Torri Gemelle una umanità che ha basi fisse sulla Luna e viaggia suin satelliti di Giove. Ma per fare una videochiamata aveva poi bisogno di una postazione grande come una intera stanza e di un video con tastiera in realtà più ingombrante dei Pc che già nel 2001 vero si erano largamente diffusi.
Nella realtà, come sappiamo, siamo invece rimasti malinconicamente ancorati al nostro pianeta, accontentandoci al massimo di stazioni spaziali in vicinanza e incursioni un po’ più lontane con sonde senza equipaggio. Ma in compenso la cifra di quattro miliardi di smartphone stimata ci indica che un essere umano su due è in possesso di quell’aggeggio che oltre alla funzione tradizionale del telefono fa anche da computer, macchina fotografica, cinepresa, tv, giornale, radio, giradischi, agenda, calcolatrice, banca, orologio, ufficio postale, metronomo, accordatore, misuratore di passi, personal trainer, bussola, e chi più ne ha più ne metta. In tempo di pandemia, perfino supporto per il green pass.
In realtà, l’idea di creare un dispositivo che potesse essere telefono e elaboratore elettronico allo sresso tempo risale a cinque anni dall'Odissea nello Spazio immaginata da Kubrick: 1973. Per la parola bisognò aspettare un altro quarto di secolo, quando nel 1997 la Ericsson descrisse il suo GS88 “Penelope” come uno "smart phone": normalmente reso come “telefono intelligente”, anche se in realtà tra la quindicina di maniere in cui “smart” può essere tradotto in italiano la più diffusa sarebbe piuttosto “scaltro”, seguita da “elegante”. Effettivamente, questa quantità di significati in una stessa parola ben descrive però la pluralità di cose che può fare uno stesso aggeggio. Diciannove anni dopo la prima idea e cinque anni prima della sua definizione, il primo smartphone concreto fu appunto presentato il 23 novembre 1992, dalla Ibm. Al Comdex di Las Vegas, fiera informatica che fino al 2005 era tra le più rinomate. Sarebbe stato messo sul mercato nel 1994.
Telefono cellulare con funzioni di palmare, Simon Personal Communicator in realtà di funzioni non ne aveva tantissime. Con 1 MB di memoria, non c’era ancora la possibilità di stivarci troppo. Teniamo poi conto che se la prima e-mail è del 1969, il primo pc del 1981, il primo sito web del 1989 e il concetto di rete mondiale del 1991, è dal 1993 che con la creazione del primo navigatore Internet può diventare quello che è oggi, anche se il decollo vero è più o meno dal 1996.
Con una risoluzione dello schermo di 160×293 pixel, dimensioni di 200 x 64 x 38 mm e un peso di 510 gr., Simon poteva inviare e ricevere email e fax, aggiungere contatti, gestire file attraverso un file manager, fare calcoli, funzionare da orologio e calendario, permettere di prendere appunti con un “blocco note” e anche giocare: con una versione de gioco del quindici che su chiamava Scramble. Non aveva la tastiera fisica, ma un grande schermo touchscreen in bianco e nero su cui si agiva con un pennino. E anche in ciò anticipava di 13 anni l’iPhone. Era possibile installare anche applicazioni create da terze parti usando la porta Pcmcia.
Distribuito dalla BellSouth a partire dall’agosto 1994, costava all’inizio 900 dollari. Ma man mano che i suoi 50.000 esemplari in sei mesi si esaurivano, calò fino a 600. Nel 1995 ne era già stata interrotta la produzione: aveva il difetto di scaricarsi subito. Ma i suoi discendenti ormai riempiono il mondo.