Tra etica e diritto
Lo sviluppo dei chip cerebrali di Musk mostra l'urgenza di una regolamentazione delle nuove tecnologie
La Food and Drug Administration ha autorizzato Neuralink, società che appartiene allo stesso proprietario di Twitter, a sperimentare i suoi impianti cerebrali sulle persone, rilancianodo la necessità di regolare in modo sistematico i nuovi strumenti tecnologici. Rischi e possibilità
L’annuncio dell’approvazione per Neuralink (la società di Elon Musk), da parte della Food and Drug Administration, della possibilità di poter far partire la sperimentazione dei suoi impianti cerebrali sulle persone è destinato, probabilmente, a far discutere e ad aprire, in maniera ancora più importante, un dibattito che negli ultimi anni ha lasciato intravedere le possibilità e i rischi delle tecnologie emergenti.
Siamo ormai davanti ad un’accelerazione importante per ciò che riguarda la possibilità di impianto di dispositivi sul corpo umano che possono prestarsi ai più svariati utilizzi. Basta pensare a quante persone con problemi di diabete oggi possono installarsi sul braccio un dispositivo conosciuto come MCG (monitoraggio continuo del glucosio) che consente di monitorare tramite una semplice app i livelli di glucosio nel sangue. Certo, la tecnologia di Neuralink sposta la sfida a un livello tecnologico, medico e con implicazioni etiche ben più profonde.
Il mercato delle interfacce cervello-computer conta ormai diversi attori. Oltretutto la sperimentazione sugli umani è già realtà. Infatti Synchron, azienda di bioelettronica neurovascolare, aveva già iniziato la sperimentazione sugli esseri umani della sua tecnologia che consente di collegare degli elettrodi al cervello facendoli passare attraverso i vasi sanguigni del corpo. Bill Gates e Jeff Bezos hanno già investito importanti somme in Synchron.
Lo sviluppo di queste tecnologie pone al centro del dibattito il tema dei diritti degli individui nell’era delle neuroscienze. In un interessante convegno che si è tenuto nel gennaio del 2021 il Presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, aveva sottolineato le difficoltà degli anni che ci apprestiamo a vivere: “Il rischio, insomma, non è tanto e non è solo l’hackeraggio del cervello (prospettiva di un tale riduzionismo biologico da atterrire chiunque) quanto, prima ancora, la legittimità e l’ammissibilità etica di un intervento eteronomo sul processo cognitivo: il terreno sinora immune (sacer esto!) da ogni interferenza esterna”.
Gli studi di Nita Farahany indicano che la prospettiva sottolineata da Stanzione non sia poi così lontana. Sono ormai numerose le società che stanno investendo sui sensori che consentiranno di monitorare l’attività delle onde cerebrali così come oggi facciamo con la qualità del sonno o con il battito cardiaco indossando un Oura ring o un qualsiasi altro dispositivo al polso. Un aspetto importante sottolineato da Farahany riguarda la possibilità dell’avanzare di un movimento degli ipocondriaci del cervello. Alcune persone diventano ipocondriache quando hanno la possibilità di monitorare, tramite sensori dal costo accessibile, alcuni parametri vitali come il battito cardiaco o il glucosio nel sangue. Allo stesso modo la diffusione su larga scala di sensori per il monitoraggio del cervello potrebbe portare alcuni a preoccuparsi eccessivamente per modifiche nei parametri.
Lo sviluppo delle interfacce cervello-computer pone in modo sempre più urgente la necessità di affrontare in modo sistematico il tema delle tecnologie emergenti, sia dal punto di vista etico che da quello giuridico. In particolare, dal punto di vista giuridico, sfida le categorie e gli strumenti esistenti che abbiamo fino ad oggi utilizzato per dare una forma giuridica alle nostre attività. Basta pensare alle possibilità di incidere sul foro interno che queste tecnologie comportano e sulle loro ineludibili implicazioni in tema di libertà di coscienza e di autodeterminazione.
Ricercatori cinesi hanno già annunciato di aver sviluppato tecnologie utili a monitorare il livello di lealtà politica e ideologica al partito comunista cinese sulla base della lettura di informazioni cerebrali. Il dibattito allora prescinde dai fuochi pirotecnici di Musk per arrivare al cuore della società in cui vorremmo vivere nei prossimi anni. E questo a partire dai principi fondamentali, su tutti quello relativo al riconoscimento della capacità di scelta autonoma e indipendente dell’individuo.