Il vero obiettivo
Musk va da Meloni cercando una sponda contro le regole europee sull'hate speech
Il magnate vuole arruolare partiti e governi della destra sovranista per difendere Twitter nel suo scontro con l’Unione europea sul DIgital services act (Dsa). Dietro alla bandiera del “free speech” ci sono gli interessi del ceo di Tesla
Bruxelles. Durante l’incontro di ieri con Giorgia Meloni e Antonio Tajani a Roma, Elon Musk ha cercato un alleato per difendere Twitter nel suo scontro con l’Unione europea. Ufficialmente si è parlato di cybersecurity, spazio, auto elettrica, intelligenza artificiale e perfino natalità. Ma altri due temi citati da Tajani e Palazzo Chigi stanno particolarmente a cuore a Musk: regole europee di mercato e libertà di informazione. Secondo le indiscrezioni raccolte dal Foglio, Musk vuole arruolare governi e partiti della destra sovranista sotto la bandiera del “free speech” contro le nuove regole del Digital services act (Dsa), che mettono paletti alle grandi piattaforme.
A fine maggio Twitter ha deciso di abbandonare il codice di condotta dell’Ue sulla disinformazione, che prevede un alto livello di moderazione. “Puoi tentare di scappare, ma non ti puoi nascondere. Al di là degli impegni volontari, la lotta alla disinformazione sarà un obbligo giuridico a partire dal 25 agosto, quando il Dsa entrerà in vigore”, ha risposto il commissario Thierry Breton, minacciando sanzioni. Le multe sono salate: fino al 6 per cento del fatturato globale.
Con il Dsa la Commissione potrà richiedere azioni immediate in caso di danni molto gravi. Se rifiuta, la piattaforma rischia la messa al bando nell’Ue. Musk può sperare di conquistare il cuore di un’estrema destra allergica alle regole del dibattito civile. Ma l’Ue non intende lasciare campo libero a Russia, Cina e populisti occidentali, che hanno trasformato i social in un’arma nella guerra contro le democrazie. Dietro alla bandiera del “free speech” ci sono gli interessi di Musk. Rimozione di contenuti illegali, libertà per gli utenti di scegliere di non ricevere contenuti personalizzati, divieto di profilazione su minori e dati sensibili (etnia, opinioni politiche o orientamento sessuale), lotta a disinformazione e fake news: il Dsa impone a Musk di ripensare il modello di business che ha scelto per il suo Twitter.