Il caso
Salvini ci ripensa sul 5G e arriva il decreto
Nel documento di ieri, approvato al Cdm, spunta una norma per elevare la potenza di trasmissione delle antenne per la telefonia mobile
Il Carroccio fa inversione a U sul 5G. Giorgetti l’aveva fatto saltare ai tempi del governo Draghi. Poi, lo scorso marzo, la Lega aveva posto il veto sul decreto Concorrenza. Finché ieri, nel documento approvato al Cdm, ecco spuntare anche una norma per elevare la potenza di trasmissione delle antenne per la telefonia mobile. “Al fine di potenziare la rete mobile e garantire a utenti e imprese l’offerta di servizi di connettività di elevata qualità, senza pregiudizio per la salute pubblica, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità sono adeguati, secondo il procedimento ivi previsto, alla luce delle più recenti e accreditate evidenze scientifiche, nel rispetto delle regole, delle raccomandazioni e delle linee guida dell’Unione europea”. Il livello attuale è 6 Volt su metro, mentre le compagnie telefoniche vorrebbero limiti dieci volte maggiori.