il trilogo
A Bruxelles si negoziano le nuove regole sull'AI: l'accordo che manca e la posizione dell'Italia
La lunga trattativa sul primo regolamento europeo sull'intelligenza artificiale non è ancora conclusa. L'ultimo nodo riguarda l'esenzione della sicurezza nazionale dall'applicazione della legge. D'accordo anche Roma che chiede regole semplici ma certe
Sono durati sedici ore e mezza i negoziati in corso a Bruxelles per raggiungere un accordo che porti all'approvazione definitiva del regolamento europeo sull'intelligenza artificiale. Il vertice congiunto tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea, ora interrotto, riprenderà domani mattina e non si concluderà senza un'intesa su ciascuno dei punti più controversi, ma "la conclusione è vicina" riferisce al Foglio il rappresentante per il Digitale dell'ambasciata italiana a Bruxelles.
Sulla chiusura dei negoziati c'è una certa fretta. Non solo perchè la presidenza spagnola del Consiglio, che scade a dicembre, ci tiene a mettere il cappello sull'accordo, ma anche perché il Parlamento è tenuto a portare a termine tutte le attività entro febbraio in vista delle elezioni europee del 2024, se non vuole lasciare i dossier aperti in mano alla prossima legislatura.
Mentre sembrerebbe essersi trovato un compromesso provvisorio sulla regolamentazione dei cosiddetti foundation models – gli stessi su cui si basa il funzionamento di ChatGPT per interderci –, restano alcuni nodi in merito al divieto dei sistemi di identificazione biometrica in tempo reale come il riconoscimento facciale. Il divieto, sostenuto con forza dal Parlamento, sarebbe osteggiato dai rappresentanti dei governi Ue e in particolare dalla presidenza spagnola del Consiglio, i quali starebbero spingendo per ottenere delle eccezioni per le forze dell'ordine in scenari come la prevenzione del terrorismo o la ricerca di bambini scomparsi.
La posizione dell'Italia, nonostante la confusione generata dalla firma dell'accordo tra il ministro delle Imprese Adolfo Urso e i suoi omologhi francese e tedesco che sembrava muoversi nella direzione di una deregolamentazione basata su semplici codici di condotta, è stata ribadita con chiarezza dal sottosegretario all'Innovazione Alessio Butti in occasione di un suo intervento a Bruxelles. "Regole comuni e certe", ha dichiarato il sottosegretario, che non ha voluto chiudere completamente all'ipotesi di codici di condotta richiesti da Urso, purchè inseriti in un quadro normativo chiaro e definito.
Un'altra questione controversa riguarda l'esenzione della sicurezza nazionale dal campo di applicazione del regolamento, richiesta dal Consiglio ma respinta dai parlamentari Ue. Su questo punto l'orientamento dell'Italia sarebbe uno e unanime: la sicurezza interna è di competenza nazionale e non unionale e, per questo motivo, è inaccettabile qualsiasi bando totale di strumenti che potrebbero essere utili per la salvaguardia dei cittadini.
Occorrerà dunque attendere la giornata di domani per comprendere come questi ultimi nodi del testo verranno sciolti. Nel frattempo, il personale del Parlamento ha pubblicato online fotografie di pile di involucri di snack e tazze di caffè vuote, segno che i lunghi negoziati stanno consumando le energie dei funzionari europei.
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