il test nello spazio
Il gran successo di Starship che la Nasa non potrà mai eguagliare
La SpaceX di Elon Musk ha cambiato le regole dell'industria spaziale. Ecco come
Torino. Il 14 marzo, alle 14:25 italiane, dalla base di lancio di Starbase in Texas, è partito Starship, l’enorme razzo di SpaceX. Si è trattato del terzo lancio di test, e al contrario dei due precedenti, sarà veramente difficile trovare degli appigli per dichiararlo un fallimento. Il volo prevedeva una traiettoria suborbitale dal Texas all’Oceano Indiano, raggiungendo una quota massima di 250 chilometri e completando il tutto in un’ora e 4 minuti. Non è andato tutto come previsto, ma va bene così.
La Starship (il secondo stadio) si è distrutta durante il rientro in atmosfera, ben prima dell’ammaraggio. Il primo stadio, chiamato Super Heavy, si è distrutto a poche centinaia di metri sopra l’Oceano, al largo del Texas. Fra questi due eventi, quando la Starship si trovava nello spazio, SpaceX non è riuscita a raggiungere tutti i suoi obiettivi, portandone a casa circa due terzi.
La grande particolarità di questo volo è stato però il dirompente progresso effettuato rispetto al precedente, che è avvenuto solo 117 giorni fa. Il 18 novembre, durante il secondo volo di test, i due mezzi si distrussero dopo pochi minuti, senza possibilità di effettuare esperimenti.
In 117 giorni SpaceX ha dimostrato quanto il suo approccio di sviluppo dei razzi funzioni, anche se sembrano ancora gli unici a crederci e quindi ad applicarlo. Un approccio di test continui da effettuare sulla rampa di lancio, e non sui simulatori al computer, accettando e addirittura accogliendo esplosioni e prototipi imperfetti. Un approccio però che funziona solo con “le spalle coperte” da investitori capaci di vedere sul lungo termine, avendo a disposizione una narrazione potente, e da un fondatore e amministratore delegato dalle risorse importanti.
Starship sarà un mezzo rivoluzionario, che promette di abbassare i prezzi per l’immissione in orbita di satelliti dai 2500$/kg del Falcon 9, che è già il minimo del mercato, a 250$/kg.
Durante il volo di oggi hanno già dimostrato come sia realistico, per questo razzo, trasportare satelliti in orbita, e i primi saranno ovviamente gli Starlink che produce sempre SpaceX. Trasportare centinaia di satelliti riducendo i costi di lancio, mentre nel frattempo si eseguono test sul lanciatore per continuarne lo sviluppo, porta SpaceX non uno, ma dieci passi avanti alla concorrenza.
Solo poche ore dopo il primo volo si parla già di un trasporto di prova di satelliti con il successivo test, che potrebbe avvenire fra poche settimane: Musk punta a farne altri sei entro la fine del 2024.
Starship sarà anche il mezzo con cui l’essere umano scenderà sulla Luna durante le missioni Artemis III e Artemis IV (previste per il 2026 e 2028 rispettivamente), e la NASA ha già investito tre miliardi di dollari per la costruzione di questa “Starship in versione lunare”. Il più grande esempio di quanto ormai siano diversi i grandi progetti spaziali, non solo di SpaceX, che dipendono da questo razzo.
La pressione e anche la velocità nello sviluppo di Starship potrebbe aumentare parecchio nei prossimi mesi, ma la sensazione è che la maggior parte dell’ecosistema spaziale mondiale non sia ancora veramente pronto alle conseguenze che causerà quando il più grande e potente razzo mai costruito dall’umanità diventerà operativo.